Dalla nascita della Prima Regione Aerea a piazza Novelli, all’ eredità varesina

Quest’anno ricorre il centenario dell’insediamento del Comando della Prima Regione Aerea a Milano, un evento che segna non solo la storia dell’aviazione militare italiana, ma anche un legame profondo tra la città meneghina e la provincia di Varese, territorio che ha visto crescere e svilupparsi numerosi protagonisti dell’aviazione.

Milano, da sempre crocevia di innovazione e tradizione, ha visto nascere il cuore pulsante della passione aeronautica che ha pervaso tutta la Lombardia, con la provincia di Varese in prima linea. In questi territori si sono formati aviatori e ingegneri, come Alessandro Passaleva, che da Vergiate ha contribuito con il suo ingegno e il suo coraggio a scrivere alcune delle pagine più gloriose dell’aviazione italiana.

Il Comando della Prima Regione Aerea, dunque, non solo rappresenta un capitolo fondamentale della storia militare, ma è anche testimone di un legame indissolubile con la passione che ha animato e continua ad animare i cieli lombardi, dalla città capoluogo di regione fino ai numerosi campi di volo e all’industria aeronautica di Varese, nella cui provincia operano ben quattro stabilimenti di Leonardo.

Alessandro Passaleva, nato a Torino nel 1895, è stato un aviatore e militare italiano di straordinario talento, le cui imprese e il cui contributo all’aviazione sono ancora oggi ricordati. Dal 1915, ricoprì il ruolo di capo pilota collaudatore per l’azienda aeronautica Savoia-Marchetti (in seguito SIAI-Marchetti), distinguendosi per aver stabilito numerosi primati mondiali ai comandi dei velivoli prodotti dall’azienda. Il 15 Ottobre 1941, Passaleva perse la vita in un tragico incidente aereo durante un volo di collaudo. Era a bordo di un bombardiere Savoia-Marchetti S.M. 84, un trimotore medio/aerosilurante, che precipitò in località Motta, a Somma Lombardo.

Nel libro “Aviatori Milanesi in guerra” – custodito nella biblioteca di Palazzo Isimbardi che, a pochi passi dal Duomo, è una miniera per approfondimenti culturali d’ogni genere – spicca la testimonianza rilasciata il 27 Maggio 2004 dal sergente Antonio Valera, nato a Milano nel 1918.

Il militare effettuò il suo penultimo volo proprio con Passaleva. Le eliche Piaggio del velivolo in collaudo, un SM 84 (Savoia Marchetti), erano state sostituite con altre prodotte dalla Fiat su licenza Hamilton. Valera avrebbe dovuto partecipare anche al volo successivo, quello fatale, ma il suo posto venne preso dal capitano Pelli e dal motorista Bortolotti, che persero la vita nell’incidente insieme a Passaleva.

In memoria del comandante Passaleva, è stata intitolata a suo nome la sede di Vergiate dell’Aero Club d’Italia. I ricordi di Valera si estendono anche all’ 8 Settembre 1943, quando, a Milano, ebbe la sensazione di vivere un vero e proprio “naufragio”. «In quel periodo di caos, i superiori erano assenti e il Comando di Piazza Novelli era stato occupato dai tedeschi.

Ci trovavamo in un baretto in piazza Novelli, di fronte al Comando dell’Aeronautica, per interminabili discussioni sul da farsi. La decisione fu rimandata a una riunione da tenersi a Gallarate. Il risultato fu che ognuno scelse di testa propria. Un sergente maggiore ci dava periodicamente un permesso in attesa di reimpiego. Così almeno formalmente eravamo a posto».

Il Comando di Piazza Novelli, che il 15 Maggio festeggia i suoi primi cento anni, è il simbolo di una lunga tradizione di sicurezza e protezione dei cieli dell’intero Nord Italia dalla catena delle Alpi fino al centro della dorsale appenninica.

didascalia: Passaleva su idrovolante S.59 – immagine tratta dal volume “L’aquila dagli occhi azzuri” di Alberto Grampa

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