Un incontro quasi casuale e sorprendente. Pochi mesi fa il cardinale Angelo Scola e papa Francesco – che nelle settimane successive avrebbe visto aggravarsi le proprie condizioni fino alla morte avvenuta il 21 aprile – hanno dialogato a distanza attorno al senso della vita in età avanzata, alle soglie di quello che l’arcivescovo emerito di Milano definisce “nuovo inizio”. Un confronto amichevole e non programmato, con il cardinal Scola nelle vesti di autore di un libro e papa Francesco “firma” di una umanissima e appassionata prefazione.
Ne è sortito il volumetto “Nell’attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia”, edito dalla Libreria Editrice Vaticana (LEV), più volte ristampato nel giro di un mese e che verrà presentato a Lecco venerdì 30 maggio alle ore 21 (Sala Don Ticozzi di via Ongania 4 a Lecco, ingresso libero). Interverranno Lorenzo Fazzini, responsabile editoriale di LEV; Eugenia Scabini, professore emerito di Psicologia sociale presso l’Università Cattolica, amica del cardinal Scola fin dagli anni Sessanta; monsignor Davide Milani, segretario generale della Fondazione Pontificia Cultura per l’Educazione, per anni portavoce dell’arcivescovo di Milano. La serata, promossa dal Centro Culturale Alessandro Manzoni e da Libreria Editrice Vaticana in collaborazione con il Decanato di Lecco e gli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi, sarà coordinata dal giornalista Luigi Geninazzi.
Diventare vecchi è cosa naturale, secondo l’ordine della vita. Il problema è in che modo questo passaggio avviene: se con rabbia o con accettazione, se con animo lieto o con risentimento. E, ancora, a cosa guarda la vecchiaia: se a un dopo che sfocia nel nulla oppure se nella certezza di una nuova vita, quella inaugurata da Gesù Cristo con la sua vittoria sulla morte. Nel suo libro Angelo Scola riflette sul significato umano del diventare vecchi: attingendo a una vasta schiera di autori, da Buzzati a Leopardi e Houellebecq, da Ratzinger a von Balthasar, il cardinale va a indagare il significato sempre rivoluzionario dell’annuncio cristiano, ovvero la resurrezione dai morti: «Ogni giorno prego Dio che il desiderio di vedere il suo volto sia più forte della mia paura di morire. Perché so che non mi aspetta “qualcosa” ma “Qualcuno”».
Nella prefazione papa Francesco – il suo contributo risale a poco prima della scomparsa e ha avuto una vasta eco sulla stampa internazionale – descrive «pagine molto dense, da leggere e rileggere». Quelle di conclusione sul prepararsi all’incontro finale con Gesù, scrive Francesco, «ci restituiscono una consolante certezza: la morte non è la fine di tutto, ma l’inizio di qualcosa. È un nuovo inizio, come evidenzia saggiamente il titolo, perché la vita eterna, che chi ama già sperimenta sulla terra dentro le occupazioni di ogni giorno, è iniziare qualcosa che non finirà. Ed è proprio per questo motivo che è un inizio “nuovo”, perché vivremo qualcosa che mai abbiamo vissuto pienamente: l’eternità».
«Il Centro Culturale Manzoni – commenta il presidente Gianluca Bezzi – ha voluto subito cogliere l’opportunità, grazie alla collaborazione con Libreria Editrice Vaticana, di presentare a Lecco il libro dell’amico cardinale Angelo Scola qualche giorno prima di un analogo incontro che a Milano, il 9 giugno, vedrà dialogare l’arcivescovo Mario Delpini con il filosofo Massimo Cacciari. Sono sì, quelle del Papa e del cardinale, riflessioni sulla vecchiaia e finanche sulla morte, ma la leggerezza e la passione che le segnano le fanno diventare interessanti per tutti, al di là delle diversità generazionali. Al centro del libro c’è in sintesi la questione di che senso ha la vita: e questa è una domanda esistenziale che riguarda e incalza donne e uomini di qualsiasi età».