Grande esercitazione interregionale nel fine settimana, da venerdì 23 a domenica 25 maggio, in provincia di Bergamo, per la sezione di soccorso in forra del CNSAS – Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico, organizzata dalla squadra forra regionale lombarda, a cui hanno partecipato anche le squadre forra di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Veneto e Trentino – Alto Adige.
Erano presenti cinque istruttori tecnici forra IRFor lombardi e trentini, un sanitario, trenta forristi, venti soccorritori tra tecnici alpini e tecnici di ricerca persone disperse, oltre a quattro aspiranti tecnici forra. Una tradizione che si è consolidata negli ultimi anni, con l’invito delle squadre di soccorso in forra del CNSAS di tutte le regioni confinanti, con le quali si collabora sempre più spesso, per interventi che richiedono particolare impegno e altre situazioni critiche, come per esempio le maxi-emergenze alluvionali.
Accanto al consolidamento delle manovre di soccorso in torrente, l’obiettivo era quello di testare e affinare la collaborazione tra le diverse specialità del Soccorso alpino: per questo, è stata fondamentale la collaborazione con la VI Delegazione Orobica, la locale Stazione alpina di Valle Brembana, il gruppo ricerche e la squadra droni regionali. Proprio come in una reale operazione di ricerca e di soccorso su più giorni, è stato allestito un campo base presso la palestra “Palasport” di San Giovanni Bianco, con docce e locali per i pasti poco distante, a Roncaglia, grazie anche alla disponibilità degli enti locali.
Nella mattina di venerdì, i partecipanti hanno affrontato il primo scenario: un’operazione di soccorso per due torrentisti (figuranti) nel torrente Carubbo/Caucio, a Zogno, con l’utilizzo della speciale barella canyon e relative calate a valle nel torrente. In serata si è tenuto un workshop sui mancati incidenti (near miss in gergo, situazioni rischiose in potenza ma che non hanno portato a danni o infortuni), importante per lo scambio e il confronto tra le varie realtà presenti, nonché incontro tra soccorritori di diverse provenienze.
Quella di sabato è stata la giornata più intensa: con il coordinamento del gruppo ricerche regionale, che ha curato le comunicazioni radio, la cartografia, il tracciamento dei gruppi impegnati, si è svolta una simulazione con scenari multipli e in evoluzione, sparsi in due forre della zona, la Val Belbier, a Poscante, e il torrente Ancogno a Valtorta, a cui ha partecipato anche il gruppo droni, per le ricognizioni e la documentazione dall’alto. La squadra alpina invece si è occupata dei trasporti e dei recuperi dalle forre. Al termine della giornata, altro confronto tra le squadre e un workshop sui temi “corde iperstatiche e loro utilizzo” e “tecniche e strategia di risalita e recuperi”.
L’ultimo giorno, domenica, presso il torrente Val Lola a Rosolo, manovre in diversi scenari, incentrate sui recuperi verso l’alto con paranchi e teleferiche, nelle quali i tecnici hanno potuto ulteriormente affinare le tecniche applicate nei giorni precedenti, oltre all’accompagnamento a valle, senza barella, di un ferito figurante. In parallelo, un terzo scenario, inusuale, con uno speleosub che ha effettuato l’ispezione di pozze profonde nel torrente Serina, accompagnato in sicurezza da personale del gruppo forre.
Grande la soddisfazione da parte degli organizzatori: tutte le componenti del servizio di soccorso hanno avuto modo di conoscersi, interagire, perfezionare la parte tecnica e comprendere le necessità reciproche, gettando le basi per future evoluzioni. Sono stati proposti nuovi contesti, che richiedevano anche l’applicazione di tecniche per la soluzione di problemi complessi (problem solving). La valutazione dell’esperienza proseguirà, per esaminare anche tutto ciò che può essere migliorato, al fine di offrire un servizio di soccorso, coordinato tra le diverse regioni e le diverse specialità, sempre più unito, fluido ed efficiente.