Piazza San Pietro, domenica 18 Maggio, davanti a circa 250.000 fedeli accorsi da tutto il mondo, Papa Leone XIV ha ufficialmente dato inizio al suo pontificato in una cerimonia solenne e densa di significati. Una giornata storica, celebrata nel cuore della cristianità, che ha visto la partecipazione di ben 156 delegazioni internazionali e di numerose autorità civili e religiose.
Tra i presenti, il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance, il segretario di Stato americano Marco Rubio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la ministra della cultura russa Olga Liubimova, una rappresentanza globale che testimonia l’importanza spirituale e diplomatica della figura del Pontefice.
Sul sagrato della Basilica di San Pietro, sotto lo sguardo benevolo dell’effigie della Madonna del Buon Consiglio, proveniente dal santuario agostiniano di Genazzano, si è svolto un rito denso di simboli. La liturgia ha voluto riflettere l’universalità della Chiesa: la lettura degli Atti degli Apostoli è avvenuta in spagnolo, la seconda lettura – dalla Prima Lettera di San Pietro – in inglese, mentre il Vangelo è stato proclamato sia in latino che in greco, a sottolineare la radice apostolica e la vocazione missionaria della Chiesa.
La cerimonia ha avuto un forte richiamo alla tradizione cristiana. Il palio è stato posto dal cerimoniere sulla casula papale, mentre il cardinale africano Abombo, noto per le sue posizioni in contrasto con quelle del predecessore Francesco su temi sensibili come immigrazione e unioni omosessuali, ha invocato una preghiera perché lo Spirito Santo guidi il nuovo pontificato. Il cardinale Luis Antonio Tagle, in rappresentanza delle Chiese asiatiche, ha consegnato l’Anello del Pescatore.
A seguire, il rito dell’obbedienza da parte di dodici rappresentanti della Chiesa universale: cardinali, religiosi, laici – tra cui una coppia di sposi, una suora e due giovani, simboli del prossimo Giubileo dei Giovani e della futura canonizzazione di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, rinviata a causa della morte di Papa Francesco, avvenuta nel giorno di Pasqua.
Cuore della celebrazione è stata l’omelia di Papa Leone XIV, intensa e profondamente spirituale. Iniziando con un commosso ricordo del predecessore, ha affermato di essere stato scelto “senza merito, con timore e tremore”, definendosi “un fratello che vuole farsi servo”. La sua visione di Chiesa è quella di una comunità viva, fatta di “pietre vive” che, attraverso il battesimo, sono chiamate ad amare il prossimo.
“Una fede che non conquista con la forza, ma con l’amore,” ha detto, sottolineando il bisogno urgente di superare l’odio, la povertà e la paura del diverso. Un appello alla fraternità universale, perché “l’amore e l’unità prevalgano, e con esse la pace”.
Papa Leone XIV ha ribadito la necessità di una Chiesa che parli al cuore e alla mente degli uomini e delle donne del nostro tempo, affrontando sfide decisive come la crisi delle vocazioni, il ruolo delle donne, i conflitti in Europa e Medio Oriente, e l’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro e sulla dignità umana.
Con umiltà, il Pontefice ha richiamato l’insegnamento di Sant’Agostino e del suo omonimo Leone XIII, sottolineando che la Chiesa deve essere “lievito di concordia per l’umanità”. Ha parlato di una Chiesa unita che non cancella le differenze ma le armonizza, una Chiesa esempio e guida nel mondo.
L’omelia si è chiusa con un forte richiamo all’unità e alla missione: “Vogliamo dire al mondo: guardate a Cristo, ascoltate la sua proposta d’amore. Perché solo insieme, uniti nell’amore, possiamo costruire un mondo di pace”.
La celebrazione del decimo giorno del suo pontificato ha lasciato un segno profondo nei cuori dei presenti e di milioni di fedeli nel mondo. Papa Leone XIV, visibilmente commosso, ha offerto una visione di Chiesa che guarda al futuro senza rinunciare alla sua radice più profonda: essere luce, lievito e fraternità per l’umanità intera.
didascalia: Il cardinale Luis Antonio Tagle, in rappresentanza delle Chiese asiatiche, consegna l’Anello del Pescatore.






