“La Prealpina”, domenica 25 Maggio, ha dedicato ampio spazio ai pagamenti digitali, che sarebbero ormai entrati prepotentemente nelle abitudini degli italiani e che avrebbero superato l’uso della carta moneta per le transazioni economiche.
Il quotidiano varesino si aggiunge alle numerose testate giornalistiche, trasmissioni televisive e radiofoniche che, da qualche tempo, indagano sul fenomeno della moneta elettronica mostrando, il più delle volte, di compiacersi della sua diffusione.
La possibilità di eliminare al più presto il denaro contante eccita tanti giornalisti che gareggiano nell’intervistare manager dell’Alta Tecnologia per sentirsi confermare che ormai anche il caffè al bar si paga con il telefono cellulare e che i più digitalizzati onorano i debiti usando l’audio installato nella loro vettura.
Deve quindi sentirsi fuori dal tempo e comunque retrogrado chi mette mano al portafoglio per pagare con banconote e monete il conto al supermercato? Probabilmente, sì, stando alla consolidata narrazione di questi ultimi tempi.
Possiamo quindi immaginare che festa faranno i fautori dell’Intelligenza artificiale applicata alle transazioni economiche, quando l’intero mondo degli affari sarà regolato dalle criptovalute.
Che bello, milioni di persone non più costrette a maneggiare quell’orribile denaro che, passando di mano in mano, potrebbe essere pure foriero di malattie.
Che progresso e che senso di libertà sconfinata percepiranno quelle stesse persone quando estingueranno i loro debiti con un semplice comando vocale al “telefono intelligente”.
Gran parte dell’umanità sta correndo verso un gigantesco campo di prigionia (o di sterminio?) senza rendersene conto.
A chi s’è felicemente convertito all’uso indiscriminato delle carte di credito, dei pagamenti online e, più in generale, all’eliminazione della carta moneta, ci permettiamo di consigliare la lettura o la rilettura della novella “Calandrino e l’elitropia” di Boccaccesca memoria. La morale che ne potrà ricavare sarà certamente uno stimolo ad essere più prudente nei confronti della moneta digitale. Più di sette secoli fa il Poeta fiorentino aveva capito tutto quando descriveva un’umanità divisa tra creduloni (molti) e scaltri (pochi) in grado di campare sulle spalle degli sprovveduti.
Privarsi della libertà di disporre del proprio denaro significa mettersi ingenuamente nelle mani di altri che lo possono padroneggiare a propria discrezione.
Quando Trudeau – per fortuna dei canadesi oggi non più il loro leader – ha deciso di stroncare la protesta dei camionisti, che cosa ha fatto? Semplicemente gli ha bloccato il conto corrente bancario. Senza denaro contante i manifestanti non potevano acquistare né cibo né medicinali.
Identico ragionamento vale per il controllo da remoto dei contatori elettrici e del gas. Basta un singolo operatore e si bloccano le utenze di un’intera città.
A chi sostiene che con la carta moneta si diffonde il sommerso e il riciclaggio del denaro sporco va rammentato che le grandi organizzazioni criminali si combattono con ben altri mezzi, come ampiamente dimostrato dai giudici Falcone e Borsellino. .
I due Magistrati sono stati uccisi da Cosa Nostra perché avevano scoperto i legami che la potente organizzazione criminale aveva stretto con importanti soggetti del mondo economico-finanziario internazionale e istituzioni pubbliche. Altro che riciclaggio.
Anche la concentrazione di pochi grandi gruppi bancari nelle mani di un ristretto gruppo di persone va nella logica di sottrarre la libertà ai cittadini. Negli ultimi 30 anni, il numero di banche italiane è più che dimezzato, passando da oltre 1000 nel 1993 a circa 400 nel 2020.
La tendenza a raggruppare gli istituti di credito procede speditamente. Lo chiamano risiko bancario, espressione dolce e quasi musicale. L’esempio più vicino ai nostri territori è l’incorporazione nella Banca popolare dell’Emilia Romagna della Banca Popolare di Sondrio, un istituto che dalla fondazione, nel 1871, ha sostenuto la crescita economica della Valtellina. La ragione? Creare un grande gruppo economico-finanziario a favore di imprese e famiglie. Ne dubitiamo fortemente. Propendiamo invece per una diversa sorte: un’ ulteriore incorporazione da parte di un altro più grande soggetto economico, magari una finanziaria internazionale più interessata a tutelare i propri azionisti che a far crescere artigiani e piccole imprese o a curarsi del benessere delle famiglie.
La democrazia è un formidabile sistema politico. Per preservarlo occorre però contrastare energicamente la concentrazione dei capitali, dell’informazione e dei mezzi di produzione nelle mani di pochi.
Eliminare il denaro contante è un energico passo per minare le libertà democratiche.