Volentieri

DILI, TIMOR EST    Un compagno di studi, nello scorso millennio, spesso mi diceva che non riusciva a capire da dove prendessi certi miei ragionamenti. Lo facevo sentire – diceva – come Erode col Battista che nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Andò però in crisi quando mi vide con altri pregare col capo appoggiato al muro del pianto a Gerusalemme. Forse volevamo cambiare religione? Dopo qualche mese Giovanni Paolo II fece lo stesso gesto. Ritagliata la foto dal giornale, la feci trovare all’amico che cambiò colore e scoppiò a ridere dicendo cose che qui non posso scrivere. Molto perplesso, continuò ad ascoltarmi volentieri. Forse anche voi, leggendomi qui, a volte restate perplessi. Ma non perdete tempo a capire per chi o per cosa scrivo. Io, a fine giornata, prendo il vangelo e lascio che si mescoli come lievito con la giornata che va chiudendosi. E se volete saperlo, a volte ciò che vivo e vedo qui lascia molto perplesso anche me. Tuttavia lo ascolto volentieri. Così è la vita, così sono gli altri. Tra perplessità e certezze si cammina.

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