Nazario Sauro: l’Istria, il mare, la patria. Un eroe senza tempo

Fonte: https://www.anvgd.it/109-anni-fa-la-morte-di-nazario-sauro-figlio-dellistria-eroe-ditalia/

a cura di Lorenzo Salimbeni – San Lorenzo, la notte delle stelle cadenti. La notte del 10 agosto 1916 dal firmamento dell’irredentismo italiano cadde una delle stelle più luminose. Lo stesso boia che meno di un mese prima aveva impiccato a Trento Cesare Battisti e Fabio Filzi, pose fine quel giorno a Pola alla vita di Nazario Sauro. Per tutti e tre la condanna era stata la medesima: tradimento e diserzione. Tre cittadini dell’Impero austro-ungarico che non avevano risposto alla chiamata alle armi nell’estate 1914 e, appena possibile, si erano messi invece a disposizione del Regno d’Italia per combattere in quella Grande guerra che stava devastando l’Europa e si combatteva pure negli oceani e nelle colonie, ma che per loro e per tantissimi altri italiani rappresentava la Quarta guerra d’indipendenza, necessaria per portare a compimento il percorso di unificazione nazionale avviatosi nel secolo precedente.

Dopo tre Guerre d’indipendenza, infatti, restavano ancora sotto il dominio degli Asburgo terre abitate da italiani, come il Trentino e la Venezia Giulia, Fiume e la Dalmazia. Era perciò nato suddito austriaco il 20 settembre 1880 (proprio nel decennale della breccia di Porta Pia che portò finalmente all’annessione di Roma all’Italia) Nazario Sauro. Ben presto il patriottismo che si respirava in famiglia venne declinato seguendo l’irredentismo, ossia il movimento che auspicava la redenzione cioè la liberazione delle terre italiane ancora fuori di confini del regno sabaudo. Con le sue umili origini, Sauro è la dimostrazione che non si trattò di un fenomeno limitato alle classi dirigenti della comunità italiana autoctona dell’Adriatico orientale, bensì di un sentimento diffuso in tutti gli strati sociali. Sauro lavorava nelle compagnie marittime che commerciavano tra l’Istria e la Dalmazia e per lui ogni viaggio era un’occasione per studiare approdi e correnti, insenature e opere di difesa, auspicando un giorno di battere quelle rotte a bordo di navi da guerra italiane.

Il suo amore per l’Italia fu ispirato da Giuseppe Mazzini, per cui si accompagnava ad una sensibilità sociale ed alla solidarietà con gli altri popoli in lotta per la propria indipendenza. Sauro in particolare simpatizzò per la causa dell’Albania, fornendo armi di contrabbando ai guerriglieri in lotta contro la dominazione dell’Impero ottomano. Un siffatto impegno gli valse il soprannome di “Garibaldi dell’Istria” e d’altro canto Capodistria aveva dato i natali pure al “Mazzini dell’Istria”, il suo amico Pio Riego Gambini, il quale fu tra i fondatori del Fascio Giovanile Istriano, organizzazione mazziniana che fornì lo stimolo decisivo ai giovani connazionali alla vigilia della Prima guerra mondiale. Dopo tante manifestazioni di italianità, a centinaia esfiltrarono in Italia o non fecero ritorno a casa dalle sedi universitarie italiane in cui completavano i propri studi e furono invece tra i primi a rispondere all’appello dopo la dichiarazione di guerra del 24 maggio 1915. Anzi, ancora prima si mobilitarono per correre in aiuto della popolazione abruzzese pesantemente colpita dal terremoto della Marsica nel gennaio 1915.

Indossando la divisa italiana sapevano di correre il rischio, qualora fatti prigionieri ed identificati (avevano tutti adottato generalità fittizie), di venire impiccati e perciò nelle radiose giornate di maggio che preannunciarono l’entrata in guerra Sauro lasciò ad un amico giornalista due lettere da consegnare alla moglie ed al primogenito qualora gli fosse toccata tale sorte. In una ammetteva che la causa nazionale poteva averlo distolto dai doveri di padre di famiglia, nell’altra, celeberrima, invitava i figli Nino, Anita, Libero, Italo ed Albania (dimostrazione della sua dedizione alla causa albanese) ad essere “sempre, ovunque e prima di tutto italiani”.

Diverse incursioni del naviglio leggero italiano guidate dal Tenente di Vascello Nicolò Sambo (era questo il nome falso che adottò) furono coronate dal successo, finchè il sommergibile Pullino mentre entrava nel golfo del Carnaro si incagliò allo scoglio della Galiola. Sauro cercò di fuggire con un canottino, ma fu catturato dagli austriaci e processato a Pola, ove si consumò un dramma famigliare. La madre fu chiamata in aula per riconoscerlo ed entrambi ovviamente dissero di non conoscersi, laddove fu un cognato austriacante a individuarlo con precisione, segnando il suo destino. Nazario Sauro, Medaglia d’oro al valor militare: figlio dell’Istria, eroe d’Italia.

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