DILI, TIMOR EST Ve lo assicuro: ai poveri non piace la povertà. La detestano, la fuggono, la combattono, sognano d’essere ricchi. Siamo noi che a volte ne siamo affascinati, soprattutto quando la povertà non è la nostra ma quella altrui. Il povero ci pare un personaggio di una storia, non una persona che ha difficoltà. La realtà è che la carenza di una vita dignitosa fa perdere moralità e rende invidiosi, aggressivi e rudi. L’uomo non è fatto per essere povero e cencioso. L’incubo d’esser poveri rende avidi e l’avarizia rende accumulatori di ricchezze, sbilanciando la società e dividendola in ricchi e poveri. Solo la generosità può riavvicinare i due fronti, ma per donare le proprie ricchezze ci vuole molta forza. Come diceva Papa Francesco, persino ciò che è superfluo dopo un po’ ci pare essenziale e dunque è difficile rinunciarvi. Donare ciò che è nostro, soprattutto denaro, è un gesto coraggioso, è autoimpoverirsi per arricchire l’altro. Questo impoverimento volontario non è altro che l’amore per la povertà, quella povertà che Francesco d’Assisi sposò non perché fosse bella ma perché era l’unica sposa che l’avrebbe lasciato libero di amare e frequentare chi non poteva ricambiarlo…. https://lalocandadellaparola.com/2025/10/04/francesco-4/
Francesco
