VII^ DOMENICA DOPO PENTECOSTE e SAN CLAUDIO

7 Luglio 2024

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VII^ DOMENICA DOPO PENTECOSTE e SAN CLAUDIOGiosuè 10,6-15; Romani 8,31b-39; Giovanni 16,33-17,3 La prima lettura, tratta dal Libro di Giosuè, indica la vittoria di Israele sui suoi nemici. Giosuè e i suoi, dopo tale fatto, hanno percepito che alcuni fenomeni naturali straordinari, come il nubifragio e la grandine, sono stati strumenti di Dio a favore di Israele in un momento di grave pericolo. Da qui il messaggio che incoraggia: “Non avere paura di loro....nessuno di loro resisterà davanti a te... IL Signore combatteva per Israele”.
Noi sappiamo però che il nodo più grande per noi è la morte. Gesù nel Vangelo prepara i suoi discepoli ad affrontare le tribolazioni e lo scandalo della croce e rivolge la preghiera al Padre perché, essendo giunta l’ora del dono di se stesso, conceda la “via eterna” a tutti coloro che conoscono l’unico vero Dio e colui che ha mandato Gesù Cristo.
Qui si innesta la testimonianza di fede di san Paolo espressa nella citata Lettera ai Romani: siamo di fronte a credenti crocifissi che vivono ancorati a una speranza fondata su Gesù Cristo. Di fronte a Dio che ci ha donato il proprio Figlio non dobbiamo avere riserve riguardo al suo grande amore verso di noi. Nelle tribolazioni- conclude l’apostolo – nulla ci potrà separare dall’amore di Dio, che è Cristo Gesù, nostro Signore. Quindi se sappiamo che l’esito finale della nostra vita è la vita eterna, è la risurrezione, non dobbiamo avere paura di niente, ma dobbiamo accogliere e valorizzare tutti i doni della grazia, impegnandoci in un cammino di crescita umana e spirituale.
Franco Cecchin, “A ciascun giorno la sua Parola - Anno B”, pp. 207 ss., Áncora, Milano San Claudio Si sa che San Claudio si convertì al cristianesimo grazie al fratello Massimo. Così fecero anche sua moglie Prepedigna e i figli Alessandro e Cuzia. San Claudio adottò lo stile di vita del buon cristiano, dedicando la vita al Signore, pregando, facendo opere di bene e dedicando se stesso e tutti i suoi averi ai poveri e ai bisognosi. Nel frattempo l’imperatore Diocleziano era piuttosto favorevole al matrimonio tra il proprio figlio Massimiano con la nipote di San Claudio, Susanna. I credi religiosi differenti tra i due portarono ad attriti con l’imperatore che fece arrestare il futuro santo e la sua famiglia mandandoli in esilio ad Ostia. Qui furono poi arsi vivi e le loro ceneri buttate in mare.

Santi

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