13 Ottobre 2024
Repeats yearly forever
VII Domenica dopo il martirio del Precursore eIsaia 43,10-21 - 1 Corinzi 3, 6-13- Matteo 13,24-43 Nella Parola di Dio di questa domenica, specialmente con le parole di Cristo, viene delineata la teologia della storia. La storia umana è visitata da Dio. Il Dio, in cui crediamo, è il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe e di Gesù. Soffermiamoci sulla parabola centrale del Vangelo di questa domenica: quella del grano e della zizzania. Lo sfondo è unico. Un campo, il Signore vi semina il grano. Ma, una notte, arriva anche il nemico e spande manciate di zizzania. Approfitta delle tenebre, del sonno dei contadini, interviene sul lavoro altrui per rovinare, e poi sparisce, non lo vediamo più. Il Signore del campo, invece, è sempre presente. Non si limita ad agire all’inizio. Non perde di vista il “suo” campo dal momento della seminagione fino alla mietitura. Agisce, parla, spiega, soprattutto non abbandona la propria opera. È interessante, a questo riguardo, il contenuto della prima lettura, tratta dal libro del profeta Isaia. Per Israele in esilio il ricordo dell’Esodo dall’Egitto diventa garanzia che Dio tornerà ad agire per la liberazione del suo popolo. Terminiamo questo tentativo di attualizzazione della Parola di Dio di questa domenica con il brano di Paolo ai cristiani di Corinto. L’apostolo delle genti per illustrare la Chiesa, la comunità dei discepoli di Cristo, usa la bella ed espressiva immagine del campo e dell’edificio. “Io ho piantato- scrive Paolo- , Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere… Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, edificio di Dio”. Notevole poi è la sottolineatura di Paolo: “Ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già si trova, che è Gesù Cristo”.Dio Padre è il Signore del campo, dell’edificio; Gesù è il fondamento; noi siamo soltanto collaboratori. Tutto questo ci dà serenità (è Gesù Cristo che salva, è Lui che ci manda) e gioia di impegnarci perché collaboriamo ad una crescita nostra e degli altri per rispondere al disegno di amore che Dio Padre ha su di noi. Da Franco Cecchin, “A ciascun giorno la sua Parola - Anno B”, pp 269 e ss., Àncora , Milano San Fiorenzo di Tessalonica E' ricordato il 12 ottobre nel Calendario marmoreo di Napoli, mentre i sinassari bizantini lo commemorarono il giorno seguente. Fiorenzo era un cristiano di Tessalonica, che cercava di confermare nella fede i suoi fratelli. Preso, dopo essere stato tormentato con l'aculeo e lacerato con ferri uncinati, fu gettato tra le fiamme, dove consumò il martirio in epoca imprecisata nel III secolo.
Santi