V Domenica d’Avvento e Sant’ Ilarione Arcivescovo di Verei

15 Dicembre 2024

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V Domenica d'Avvento e Sant' Ilarione Arcivescovo di VereiIsaia 30, 18-26b- 2 Corinzi 4, 1-6- Giovanni 3, 23-32a
 
La quinta domenica di Avvento è caratterizzata dall’invito a preparare la venuta del Signore Gesù. I tre brani della Sacra Scrittura di questa domenica ci presentano tre modi diversi ma complementari di accogliere il Signore che viene. Tre modi suggeriti dai singoli brani della Parola di Dio che possiamo riassumere in tre parole: “ grido”, “ servitori”, e “ amico dello sposo”. Importante, in questo momento, che ciascuno di noi si chieda che tipo di risonanza suscitano tali parole proprio perché si possa avere una maggiore consapevolezza.
Il cristiano può essere definito come un “ grido”: è l’avvocato della sofferenza umana. Lo dice bene il profeta Isaia nella prima lettura: “A un tuo grido di supplica il Signore ti farà grazia”. Il tempo dell’Avvento, che è un andare incontro al Signore che viene, è mettere a tema la vicenda umana nelle sue sofferenze, nelle sue ambiguità, nelle sue contraddizioni e nei suoi interrogativi. Il cristiano è uno che ha occhi, cuore e mente, che è capace di accogliere tutto il grido dell’umanità perché arrivi a Dio.
Natale è essere “servitori”. Questa parola programmatica la prendiamo dalla seconda lettura.  Il brano della seconda lettera di Paolo ai Corinzi mette a tema la fisionomia dell’annunciatore di Cristo, della missione di ogni cristiano, che è quella di recare la buona e lieta notizia di Gesù Cristo agli altri. Siamo chiamati ad annunciare con la parola, con la vita, con il gesto quotidiano, Gesù Cristo. L’apostolo Paolo, oltre ad indicare il contenuto del nostro annuncio, ci dice anche lo stile, il modo, il tipo di rapporto che dobbiamo  avere con gli altri quando svolgiamo la missione evangelica: non è di potere e di dominio, ma di servizio e di proposta. E arriviamo con il Vangelo alla terza parola: ”amico dello sposo”. Il brano odierno del Vangelo di Giovanni ci presenta la profonda e chiara testimonianza che Giovanni Battista rende in favore di Gesù. Giovanni Battista, riprendendo un’immagine familiare agli Ebrei, conferma e attesta che Gesù è proprio lo sposo: colui nel quale Dio stringe con i suoi l’Alleanza nuova e definitiva. Il testimone si mette da parte in un modo elegante di fronte a colui che ha annunciato: egli solo è “l’amico dello sposo”, l’incaricato di domandare la mano della sposa e, preparata la festa nuziale, di introdurla dallo sposo. Ogni cristiano e la chiesa stessa sono chiamati a prendere l’esempio da Giovanni Battista sia nel preparare l’incontro delle persone con il Signore Gesù, sia nell’accoglierlo nelle persone e nella comunità.
Franco Cecchin, "A ciascun giorno la sua Parola - Anno C", pp. 27 e ss., Àncora, Milano ca. 1885 - 15 dicembre 1929 Sant' Ilarione Arcivescovo di Vereiya L'arcivescovo Ilarione di Vereiya (al secolo Vladimir Alexeevich Troitsky) appartiene alla folta schiera dei Nuovi Martiri della Chiesa Ortodossa Russa. Nato verso il 1885, durante il Concilio della Chiesa Ortodossa Russa del 1917 appoggiò la restaurazione del Patriarcato di Mosca, sciolto dallo zar Pietro I, e l'elezione del celebre Patriarca Ticone. Ilarione fu consacrato vescovo il 20 maggio 1920, ma fu arrestato dopo soli tre anni dai bolscevichi e deportato ai lavori forzati presso Solovki. Infine il 15 dicembre 1929 morì nell'ospedale della prigione di Pietrogrado. Il suo funerale fu celebrato dal Metropolita Serafino con altri sei vescovi. Fu sepolto nel monastero di Novo-Divichy. La festa di Sant'Ilarione è celebrata nell'anniversario della nascita al cielo.

Santi

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