IX Domenica dopo Pentecoste e Sant’Ezechiele

21 Luglio 2024

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IX Domenica dopo Pentecoste e Sant'Ezechiele2 Samuele 6,12b-22; 1 Corinzi 1,25-31; Marco 8,34-38 Nella prima lettura il re Davide ci presenta la vera spiritualità dell'ebraismo che sta alla radice del Cristianesimo. Questa consiste nella gioia, nella festa, nella danza: “In quei giorni, Davide andò e fece salire l'arca di Dio dalla casa di Obed-Edon alla città di Davide, con gioia”. L'Arca dell’ alleanza è il segno della presenza di Dio in mezzo al popolo e conserva dentro di sé le tavole della legge. Ormai la conquista della terra promessa si è realizzata. Da tempo Davide ha risolto le rivalità del suo popolo e sente profondamente l'esigenza di portare l’Arca dell'Alleanza nella capitale. Celebra questo avvenimento con gioia e con grande festa. L’originalità e l’unicità del Cristianesimo stanno nel rendere anche la sofferenza, il travaglio di vita, la croce, non segno di condanna, ma via di salvezza, la morte preludio di vita e risurrezione. Paolo nella lettera ai Corinzi arriva ad affermare che il paradosso cristiano sta proprio nel trasformare la debolezza nella vera grandezza: il Cristo crocifisso, il Figlio di Dio che dona la sua vita per noi, è l’unica via alla salvezza. In poche parole, siamo chiamati, per quanto è possibile, ad una scoperta e riscoperta del Cristianesimo nella sua più autentica profondità. Nel brano del Vangelo, l’invito alla sequela da parte di Gesù è rivolto ai discepoli, ma sullo sfondo c’è la folla: “Se qualcuno vuol venire dietro a me…”. Abbiamo sempre di più la consapevolezza che il Cristianesimo è la risposta più vera anche dal punto di vista umano, perché dà una pienezza grande.
Paolo VI diceva che l’uomo, anche quello contemporaneo, ha necessità di Gesù Cristo. E’ interessante, soprattutto oggi, in una società pluralista, che, pur essendo la proposta più vera, Gesù Cristo non impone il Cristianesimo. Il seguire lui è sempre una risposta ad un appello all’intelligenza e alla libertà di ciascuno di noi. E’ un’occasione, in ogni momento della nostra vita, per rispondere con consapevolezza al suo invito: è Gesù Cristo che ci chiama per nome con il nostro vissuto e con la nostra personalità.
Da Franco Cecchin, “A ciascun giorno la sua Parola - Anno B”, pp. 215 e ss., Áncora Milano
Sant'Ezechiele, profeta Il più fermo dei quattro grandi profeti della storia di Israele, Ezechiele è venerato dalla Chiesa come Santo. Deportati dal 597 assieme al suo popolo in Babilonia, rincuora gli esuli annunciando la Parola di Dio.

Santi

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