IV DOMENICA DOPO PENTECOSTE e Santi Ferreolo e Ferruccio

16 Giugno 2024

Repeats yearly forever

IV DOMENICA DOPO PENTECOSTE e Santi Ferreolo e FerruccioGenesi 18,17-21; 19,1.12-13.15.23-29; I Corinzi 6,9-12; Matteo 22,1-14
 
Il brano del Vangelo di Matteo parla dell’invito a nozze. La linea profetica vede il banchetto che Dio imbandisce per tutti i popoli della terra come qualcosa che appartiene a tutti i popoli della terra al compimento della storia. Gesù invece vede già nell’oggi il compimento della promessa di Dio. Alla chiamata di Dio Padre si è sollecitati a rispondere subito oggi, con disponibilità e  conversione. L’invito non accolto passa ad altri, che pure corrono il rischio del fallimento se non accettano la logica del Regno di Dio. Il dono di Dio deve essere corrisposto. La veste nuziale è la coerente attuazione della volontà del Padre, che si riassume nell’amore fraterno.
Sodoma e Gomorra, di cui si parla in Genesi, hanno dato il nome ai peccati di depravazione sessuale e ai delitti contro l’ospitalità. Il fuoco, che le ha distrutte, si è tramutato in paradigma di castigo finale. Il giudizio di Dio svela il male e mostra le sue conseguenze di morte.
L’ammonimento di Paolo ai cristiani di Corinto rileva come i cristiani anche nella vita comune, devono dimostrare di essere un’umanità nuova, per essere in grado di “ereditare il Regno di Dio”.
 
Da Franco Cecchin, “A ciascun giorno la sua Parola - Anno B”, pp. 196 e ss., Àncora, Milano
 
Santi Ferreolo e Ferruccio Martiri
† Besançon, Francia, 211 ca.
Ferreolo e Ferruccio, due distinti diacono e prete, giunsero a Besançon come missionari inviati da Ireneo, vescovo di Lione. La loro predicazione instancabile portò a numerose conversioni, tra cui quella della moglie del prefetto Claudio, suscitando l'ira di quest'ultimo. Catturati e sottoposti a torture atroci, non rinnegarono mai la loro fede, venendo infine decapitati durante il regno di Caracalla. Seppur venerati come un'unica entità in alcune tradizioni, la loro individualità è attestata da Gregorio di Tours. Le loro reliquie, disperse per secoli, furono ritrovate e venerate a Besançon, dove divennero i santi patroni della città.

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