IV Domenica di Quaresima e San Simplicio

10 Marzo 2024

Repeats yearly forever

IV Domenica di Quaresima e San SimplicioIV Domenica di Quaresima Esodo 33,7-11a - 1Tessalonicesi 4,1b-12 - Giovanni 9,1-38b È la domenica del “cieco nato”. La parola su cui ci soffermiamo è “luce”. Gesù dice di se stesso: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. Ogni momento della nostra vita, anche quello più tragico, viene illuminato dal Dio di Gesù. Riconosciamo la nostra cecità, la nostra presunzione. La nostra società postmoderna ha cancellato Dio dalla propria vita quotidiana. Andiamo da Gesù che è luce, significato della vita, energia di amore. Innanzitutto prendiamo coscienza che egli è veramente “uomo” per amare il nostro essere “ uomini” o “donne” e per prendere maggiormente coscienza dell’umanità di Gesù (il Figlio di Dio ha sentimenti, emozioni e riflessioni come ciascuno di noi…). Poi accogliamo il fatto che Gesù è un profeta, anzi il “ profeta”, la parola definitiva di Dio sull’umanità: Colui che ci fa vedere il nostro oggi e il nostro domani con gli occhi di Dio. Successivamente - come il cieco guarito - riconosciamo la signoria di Gesù su di noi: «Ed egli disse: “Credo, Signore!”». Come conclusione riprendiamo le prime due letture, che concepiamo come un contrappunto del nostro cammino di accoglienza del Signore Gesù, vera luce. Affascinante è la prima lettura perché mostra il timbro del nostro rapporto con Dio. Già nel primo Testamento, in cui è accentuato il senso della trascendenza di Dio, c’è la famigliarità con Lui: chiunque volesse, poteva recarsi alla tenda del convegno per consultare il Signore. Questi giorni che ci separano dalla Pasqua siano giorni in cui ciascuno di noi ha il coraggio di fermarsi, in Basilica o in un’altra chiesa, per vivere questa esperienza di Mosè. San Paolo, infine, nella lettera ai Tessalonicesi, supplica i cristiani di allora, ma anche noi oggi, a progredire sempre di più nel piacere a Dio, nell’avere non soltanto la dimensione dell’osservanza dei comandamenti, ma nel sapere rispondere al suo grande amore, nel retto uso del nostro corpo come segno di comunione e nell’amarci gli uni gli altri. Quando nella nostra vita entra Gesù Cristo, la nostra vita cambia, si rinnova; Lui ci dà la forza per sperimentare la vera libertà perché Lui è luce, luce del mondo.
Franco Cecchin, “A ciascun giorno la sua Parola - Anno B", pp.115 e ss. Áncora, Milano
SAN SIMPLICIO (Papa dal 03/03/468 al 10/03/483) Nato a Tivoli, fu papa in un periodo tormentato della storia dell’Occidente che vide la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, quando il barbaro Odoacre nel 476 depose l’ultimo imperatore Romolo Augustolo. Contemporaneamente la Chiesa d’Oriente era travagliata dalle conseguenze dell’eresia monofisita, la quale sosteneva che in Cristo ci fosse unicamente la natura divina. Si hanno poche informazioni su Simplicio: prese netta posizione contro l’eresia anche nei confronti dell’imperatore d’Oriente Zenone, stabilì turni di presbiteri nelle principali basiliche cimiteriali e non soltanto restaurò e dedicò chiese a Roma ma, rispettoso della vera arte, salvò dalla distruzione i mosaici pagani della Chiesa di S. Andrea.

Santi

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