9 Giugno 2024
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III Domenica dopo Pentecoste e Sant' EfremIII Domenica dopo Pentecoste Genesi 2,18-25 Efesini 5,21-33 Marco 10,1-12Il brano della Genesi mette luce sul rapporto uomo-donna, creati ad immagine e somiglianza di Dio. «Il Signore Dio disse: “Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli corrisponda”». L’uomo esprime la sua signoria sulla natura dando il nome alle cose scoprendo così la loro funzione, ma si accorge che non possono entrare in dialogo paritario con lui. Ed ecco la creazione della prima donna con il racconto popolare del sonno di Adamo e della costola. Questa descrizione simbolica non sta a significare che la donna derivi dall’uomo, ma che essa è della sua stessa natura e ha pari dignità. “Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’ unica carne”. Oltre la parità di natura tra l’uomo e la donna, viene affermata la loro diversità che chiama la comunione reciproca: un “io” e un “tu” che diventano un “noi”.
Brano del Vangelo: nella cornice del suo viaggio a Gerusalemme, Gesù offre degli insegnamenti sul matrimonio, sulla ricchezza e sull’autorità. Per Gesù l’intuizione profonda a cui il matrimonio deve rifarsi è l’alleanza di Dio con il suo popolo: una fedeltà definitiva e senza pentimenti, una solidarietà senza compromessi. La novità di Gesù non consiste nel proporre una legislazione più rigorosa, ma nel richiamarci al progetto originario di Dio sull’uomo e sulla donna. Gesù annuncia una nuova possibilità: qui, ora, al suo seguito, è possibile attuare il progetto originario di Dio, perché Lui con il dono del suo Spirito, offre la capacità all’uomo e alla donna - se lo vogliono - di amarsi di un amore unico, fedele e aperto alla vita.
E arriviamo, infine, alla lettera agli Efesini: gli uomini, i maschi, i mariti, non devono prendere tale testo come giustificazione e pretesto per imporre alla donna la sottomissione. L’affermazione precisa dell’evangelo sull’uguaglianza e pari dignità tra l’uomo e la donna ha avuto bisogno del tempo perché diventasse tessuto vitale e comportamento di vita di ogni giorno. Paolo vuole invitare gli sposi cristiani a capire il senso e il valore profondo della loro vita coniugale alla luce del mistero di Cristo. È nel Cristo che dona se stesso che i coniugi ricevono l’amore che dà a loro la capacità di amare e in questo amore accolto diventano segno visibile dell’amore di Cristo verso l’umanità. Da Franco Cecchin, “A ciascun giorno la sua Parola - Anno B”, pp.192 e ss., Àncora, Milano Sant'Efrem, dottore della Chiesa Nisibi, attuale Nizip in Turchia, c. 306 - Edessa, Siria (attualmente Turchia), 9 giugno 373 Efrem nacque nel 306 a Nisibi, città della Mesopotamia governata con la forza della armi da Roma. Dei primi anni della sua vita si conoscono racconti molto diversi tra loro: certo, invece, il sacramento del battesimo ricevuto verso i 18 anni. Strinse una profonda e spirituale amicizia con il vescovo della città, Giacomo (santo, 15 luglio), con il quale contribuì a costruire e a guidare una scuola di teologia. Ordinato diacono prima del 338 dal vescovo Giacomo (303-338), visse e operò a Nisibi fino alla conquista persiana: Efrem, alternando la vita ascetica all’insegnamento, si ritirò gli ultimi anni presso Edessa dove morì il 9 Giugno dell’anno 373.
Santi