III Domenica di Pasqua e Sant’ Alfonso da Siviglia

14 Aprile 2024

Repeats yearly forever

III Domenica di Pasqua e Sant' Alfonso da SivigliaAtti 16,22-34 - Colossesi 1,24-29- Giovanni 14,1-11a Il brano del Vangelo di oggi è partito dall'invito di Gesù Cristo: “Non sia turbato il vostro cuore”. Questa pagina del Vangelo racconta il discorso di addio di Gesù nell'ultima cena. La notizia della partenza di Gesù dà sconforto e turba profondamente l'animo dei discepoli. Anche noi oggi siamo turbati, non tanto perché il Signore è in cielo, ma per altri problemi: siamo smarriti di fronte ad una vita complessa e contraddittoria. La realtà molto spesso è ingovernabile, sfilacciata, presa da una litigiosità che si esaurisce in nulla. Il Signore ci aiuta ad avere la serenità profonda dentro, che ci dà la capacità di vivere ogni situazione, anche quella più difficile, come occasione di crescita: “Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me”. Il superamento alla radice di ogni turbamento scaturisce dalla fede in Dio e dalla fede in Gesù Cristo. Credere significa aderire a Gesù Cristo, fidarsi di Lui e affidarsi a Lui, condividendo il suo stesso stile di vita. “C'è più gioia nel dare che nel ricevere”. “Chi vuol salvare la propria vita la perde e chi la perde la ritrova”. Gesù afferma che abbiamo un posto nell'al di là. Egli stesso va a prepararlo e ci assicura che tornerà a prenderci “perché siate anche voi dove sono io”. Questo è importante, perché non basta vedere la meta intermedia, ma occorre avere uno sguardo sulla dimensione finale della nostra esistenza. Avere uno sguardo sull'eterno significa avere la capacità di vivere l'oggi carico di eternità. Anche noi come Tommaso rivolgiamoci al Signore e chiediamogli: “Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?”. E Gesù oggi ti risponde: “Io sono la via, la verità e la vita”. Questo diventa l'occasione perché ciascuno di noi abbia la consapevolezza che uno cresce quando vive la propria esistenza con la pienezza dentro, quando si interroga, quando cerca, trova delle risposte e progredisce nel tempo. Esemplare a questo riguardo il racconto della conversione del carceriere, nella I lettura, in cui Paolo gli presenta Gesù come “ Salvatore” . Il carceriere si sente disperso di fronte a questa situazione e Paolo gli dice di non preoccuparsi, che Gesù lo salva; chiede il Battesimo e diventa cristiano. E nella lettera ai Colossesi, l'apostolo delle genti confida che è lieto di affrontare difficoltà e sofferenze pur di annunciare ad ogni uomo “ Cristo, speranza della gloria”. Il nostro cammino ha come traguardo la domanda dell'apostolo Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. E' lì il centro di gravità della nostra vita? E' una domanda impegnativa che richiede una risposta veritiera e profonda, perché uno anche dal punto di vista umano, psicologico, si realizza quando ha risolto la sua dimensione con le immagini parentali del papà o della mamma e la radice con Dio stesso. Franco Cecchin, “A ciascun giorno la sua Parola - Anno B”, pp.148 e ss., Ancora, Milano Sant' Alfonso da Siviglia Religioso mercedario Nato in Andalusia (Spagna), da una famiglia molto devota, Sant’Alfonso da Siviglia, ebbe un’educazione cristiana che lo portò in seguito ad entrare nel convento mercedario di Siviglia. Religioso umilissimo, fu alla guida di alcuni tra i più modesti conventi dell’Ordine come Uncastillo e Sanguesa. Re Giovanni II° lo definì “onesto e religioso, fedele e bene amato”. Dopo una vita tutta dedita al Signore, un giorno, mentre stava recandosi a Barcellona, morì santamente lungo la strada nelle vicinanze di Lérida, pregando davanti ad una grande croce. Era l’anno 1495, il suo corpo fu sepolto nella vecchia cattedrale di Lérida.

Santi

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