I DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE e San Fiore di Pola

27 Ottobre 2024

Repeats yearly forever

I DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE e San Fiore di PolaAtti 8, 26-39; 1 Timoteo 2, 1-5; Marco 16, 14b-20 Questa domenica ci porta a riscoprire la dimensione fondamentale dell’essere umano e dell’essere cristiano: è l’andare, il muoversi, il cosiddetto “mandato missionario”. È dallo stare che scaturisce la voglia dell’andare. Dobbiamo precisare che quando si parla di “ missione” non dobbiamo pensare subito alla missione “ad gentes”, nelle terre lontane e nemmeno soltanto ai “ missionari”. Ogni discepolo di Gesù, ogni cristiano, è chiamato dal Signore ad essere missionario. Lo abbiamo ascoltato nel Vangelo di questa domenica. L’ascensione di Gesù al cielo è anche l’inizio della missione della Chiesa: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato… ”.
Paolo nella prima lettera a Timoteo lo dice chiaramente: “Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” è un’affermazione chiara e precisa che supera ogni tentazione di esclusività e di chiusura. Il cristiano non può tenere per sé la vita nuova portata da Gesù Cristo, ma l’annuncia e la comunica agli altri con le parole, i gesti e la vita. Il dono di salvezza di Cristo Salvatore è stato ricevuto da noi attraverso altri (gli apostoli, i primi cristiani, le generazioni precedenti a noi…) e noi a nostra volta lo comunichiamo ad altri. Certamente non solo oggi, ma sempre siamo chiamati a pregare perché il Signore della messe susciti anche vocazioni di missionari (preti, suore, laici) per le terre lontane. Ma oltre a tutto questo il Signore ci chiede di ravvivare la consapevolezza di essere missionari qui a Lecco. Il brano degli Atti degli Apostoli ci presenta l’itinerario, il cammino del catecumeno che vuole farsi cristiano. Queste indicazioni possono essere utili anche per quelli che sono già battezzati, ma che si stanno scristianizzando.
C’è l’iniziativa di Dio; c’è la ricerca dell’uomo; c’è l’intervento della Chiesa. Questo può essere compiuto non solo da noi preti, ma da voi cristiani convinti. E il luogo può essere la casa, il posto del lavoro, la città stessa nei vari ambienti…
Forse come cristiani dovremmo lasciarci interpellare di più dalle domande dei nostri contemporanei. Siamo chiamati ad aiutare gli uomini sulle strade del mondo nella ricerca della verità, nell’amore
Da Franco Cecchin, “A ciascun giorno la sua Parola - Anno B”, pp 280 e ss., Àncora, Milano
San Fiore di Pola San Fiore sarebbe stato un vescovo di Pola, anche se non sappiamo con precisione in quale secolo visse.
Gli studiosi sono discordi, alcuni dicono sia vissuto nel IV secolo, altri nel VI, nel VII e altri ancora nell’XI.
Su di lui esiste un antifonario del XII secolo, in cui si afferma che Fiore sarebbe stato un vescovo di Pola, che dopo alcuni anni di governo della diocesi decise di recarsi pellegrino ai luoghi santi. Al suo ritorno San Fiore si sarebbe ritirato in incognito nel villaggio di Fasana presso Cittanova; e solo dopo la sua morte ne scoprirono la sua identità.
Nel 1675, il vescovo di Petino, Daniele di Raunach fece delle ricerche su san Fiore e scrivendo che quando il suo predecessore lasciò Pola venne eletto un suo successore. Fiore al suo ritorno per non turbare la nuova situazione religiosa che si era creata in diocesi si sarebbe ritirato in solitudine, visitato solo dall’arcidiacono che l’aveva accompagnato nel suo pellegrinaggio.
Negli anni tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo gli fu dedicata una chiesa cimiteriale a Pomer e le sue reliquie sono oggi custodite nel duomo di Pola.
La festa per San Fiore è stata fissata nel giorno 27 ottobre.

Santi

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