10 Novembre 2024
Repeats yearly forever
GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO e San Leone MagnoIs 49, 1-7 Fil 2, 5-11Lc 23, 36-43La festa di Cristo Re conclude l’Anno liturgico e vuole essere come un raccordo finale, mediante uno sguardo retrospettivo e anticipatore, sulla visione cristiana della storia.
Partiamo dalla prima lettura. Il secondo canto del servo di Dio, del servo di Jahvé, presentato dal profeta Isaia, rivela i tratti paradossali della signoria di Gesù: Egli vive facendosi servo, <>.
Questo servo di Jahvé si presenta come un profeta la cui parola porta una forza divina. Per mezzo suo Dio rinnova l’alleanza con il suo popolo. Servo fedele senza difetto, prende su di sé i peccati del popolo. Obbediente a Dio e solidale con i suoi fratelli, egli può aprire l’era della conversione e della salvezza; soprattutto inizia e compie il tempo di salvezza per tutti i popoli: questo si compie nel Gesù di Nazaret, nel Cristo crocifisso. Gesù muore fra due condannati: uno non comprende, ma l’altro intravede, dietro la debolezza del Crocifisso, la potenza dell’amore che vi traspare: <>. La risposta di Gesù: <>. La risurrezione di Gesù è la rivelazione della forza vittoriosa che la via della croce nasconde. Gesù alla fine dei tempi compirà la vicenda umana con “ cieli e terra nuova”, con la “Gerusalemme celeste”, con la risurrezione dei corpi e con la gioia del Paradiso. A questo punto che cosa dobbiamo fare? Ci risponde san Paolo nel brano della sua lettera ai Filippesi: <>. Dio si fa uomo perché l’uomo diventi simile a lui; Dio si abbassa alla nostra condizione per innalzarci: <> ha un significato intensivo, che include gli atti di intelligenza e della volontà. Il mondo salvato da Cristo si salva nella misura in cui anche noi viviamo la logica dell’amore. Tre piccole conclusioni al termine di questo Anno liturgico, avendo davanti agli occhi Gesù Cristo Re dell’universo: ringraziare per il regalo di questo Anno liturgico; verificare il cammino compiuto e ravvivare la speranza.
Franco Cecchin, “A ciascun giorno la sua Parola - Anno B", pp.288 e ss., Àncora, Milano San Leone I, detto Magno Papa e dottore della Chiesa (Papa dal 29/09/440 al 10/11/461) Arcidiacono (430), consigliere di Celestino I e di Sisto III, inviato da Valentino a pacificare le Gallie, venne eletto papa nel 440 circa. Fu un papa energico, avversò le sopravvivenze del paganesimo; combatté manichei e priscillanisti. Intervenne d’autorità nella polemica cristologica che infiammava l’Oriente, convocando il concilio ecumenico di Calcedonia, nel quale si proclamava l’esistenza in Cristo di due nature, nell’unica persona del Verbo. Nel 452 fu designato dal debole imperatore Valentiniano III a guidare l’ambasceria romana inviata ad Attila. I particolari della missione furono oscuri: è solo che il re degli Unni, dopo l’incontro con la delegazione abbandonò l’Italia. Quando Genserico nel 455 entrò in Roma, Leone ottenne dai Vandali il rispetto della vita degli abitanti, ma non poté impedire l’atroce saccheggio dell’Urbe. Dotato di un alto concetto del pontificato romano, fece rispettare ovunque la primazia del vescovo di Roma. Compose anche preghiere contenute nel “Sacramentario Veronese”. Benedetto XIV, nel 1754 lo proclamò dottore della Chiesa, E’ il primo papa che ebbe il titolo di Magno (Grande).
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