24 Marzo 2024
Repeats yearly forever
Domenica delle Palme e Santa Caterina di SveziaIsaia 52, 13-53,12Ebrei 12, 1b-3Giovanni 11, 55-12,11Iniziamo la “Settimana Santa”, che chiamiamo “Settimana Autentica”, perché è la settimana “tipica” su cui ogni altra settimana è modellata.
“Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania…, “ “casa di grazia”, casa dell’amicizia, casa del povero che è Gesù, l’amico che ha negli occhi l’ombra della croce. Nel racconto di Giovanni c’è una serie di personaggi che in qualche modo avvolgono l’intimità di questa cena. C’è il volto composto della folla, il volto dei sommi sacerdoti, il volto di Marta, un’amica che serve. C’è il volto di Lazzaro, in silenzio. C’è Giuda Iscariota, che critica sullo spreco dell’olio profumato. E c’è il gesto luminoso dell’amica Maria, che ha colto il mistero del suo cuore. E unge Gesù, lo profuma, lo asciuga con i suoi capelli, lo ascolta nel suo segreto. Lei ha unto le sue piaghe, l’ha accolto nel suo mistero di morte e di
risurrezione. Maria è l’icona, l’immagine della chiesa vera che indica la gratuità del suo Signore. E da lì, il profumo che riempie le case, la casa dell’umanità. “E tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo”.
Significativo è l’invito che ci viene dall’autore della lettera agli Ebrei: “Tenete fisso lo sguardo su Gesù, che si sottopose alla croce”. Se vogliamo essere in questa settimana “santa”, in questa settimana “autentica” con Maria, riprendiamo il brano del profeta Isaia, che abbiamo ascoltato nella prima lettura, che ci presenta il quarto cantico del servo del Signore: volgiamo lo sguardo sull’ “uomo dei dolori che ben conosce il patire… Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello… Egli portava il peccato di molti e intercedeva per i colpevoli”. E’ dall’accoglienza, è dalla vicinanza, è dalla condivisione con il Signore Gesù che partecipiamo alla sua Pasqua di risurrezione.
Franco Cecchin “A ciascun giorno la sua Parola - Anno B", pp. 127 e ss., Àncora, Milano SANTA CATERINA DI SVEZIA 1331 - Vadstena, Svezia, 24 marzo 1381 L'etimologia del nome «Caterina» attinge al greco «donna pura». Tale fu Catarina Ulfsdotter, meglio conosciuta come Caterina di Svezia, secondogenita degli otto figli di santa Brigida, la grande mistica svedese che ha segnato profondamente la storia, la vita e la letteratura del Paese scandinavo. Nata nel 1331, in giovanissima età Caterina sposò Edgar von Kyren, nobile di discendenza ma soprattutto d'animo: questi non solo acconsentì al desiderio della ragazza di osservare il voto di continenza, ma si legò addirittura allo stesso voto. A 19 anni Caterina raggiunse la madre a Roma, dove partecipò alla sua intensa vita religiosa e ai suoi pellegrinaggi. Alla morte di Brigida, Caterina ne riportò in patria la salma e, nel 1375, entrò nel monastero di Vadstena. Nel 1380 venne eletta badessa; morì il 24 marzo 1381.
Santi