Oggiono, 18 febbraio 2018   |  

Serata Lisanderiana. Il destino di Renzo e di un territorio: da operai a imprenditori

Relatore dell’incontro sarà Paolo Gulisano. Appuntamento venerdì 23 febbraio presso il Maglificio Rossella

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Venerdì 23 febbraio, alle ore 21:15, presso il Maglificio Rossella di Oggiono (viale Vittoria 16), grazie all’ospitalità della famiglia Zappa, si terrà la terza Serata Lisanderiana, dedicata alla figura di Renzo Tramaglino: “Il destino di Renzo e di un territorio: da operai a imprenditori”. Relatore dell’incontro sarà Paolo Gulisano.

Renzo, il filatore di seta, l’artigiano assai abile, proprietario di un piccolo podere, non ricco ma comunque di condizione economica agiata. Il protagonista maschile de I Promessi Sposi è dunque un giovane intraprendente che, in una sorta di paradossale Bildungsroman (romanzo di formazione), non solo affronta un percorso di maturazione personale del proprio carattere ma anche un progresso sociale ed economico che migliorerà alla fine le sue condizioni di vita, diventando da operaio imprenditore.

A favorire tale progresso sono le politiche economiche “di mercato di lavoro” della Repubblica di San Marco, che assicuravano migliori condizioni di lavoro e vantaggi in termini di retribuzione e, come è raccontato alla fine della storia, l'esenzione per dieci anni a tutti i forestieri dal pagamento delle imposte.

La scelta finale di Renzo di trasformarsi in imprenditore rientra nel discorso più ampio e ampiamente dibattuto dagli economisti del Settecento divisi tra chi sosteneva la preminenza dell'attività agricola e chi vedeva nella manifattura l'attività in grado di assicurare il giusto sviluppo economico a una nazione, pur essendo spesso legata alla terra come la sericoltura.

Il percorso di Renzo acquista allora un significato più complesso, quasi metafora del destino di un territorio, che “da un iniziale sviluppo agricolo ha poi visto la nascita e l’espansione di una dimensione artigianale e poi industriale, non perdendo però la sua originalità, offrendola al servizio della grande impresa (in particolare del tessile, del mobile e della meccanica). E’ stata la convinzione profonda del lavoro, come motore di un bene comune, che ha innervato i tessuti famigliari dei brianzoli, di tradizione popolare e cattolica, e li ha resi promotori dello sviluppo del proprio territorio”. [M. Viganò].