Lecco, 23 settembre 2020   |  

Bisogno educativo e compito della scuola

di Gabriella Stucchi

Educazione e istruzione esprimono un nesso inscindibile che ha come fine la crescita dell’umano.

Bisogno educativo

Il testo si apre con l’articolo “Conoscenza nella scuola e crescita di ciò che è umano” di Francesco Valenti (Presidente dell’Associazione culturale “Il Rischio Educativo”, Rettore e docente al Collegio della Guastalla, Monza). L’autore, dopo aver riportato, attraverso i titoli dei nostri giornali, le critiche al livello dell’istruzione nella scuola italiana, sottolinea che esiste un nesso inscindibile tra una significativa educazione dell’umano e il livello e l’interesse culturale dei nostri giovani.

Al centro si devono porre la possibilità di una relazione educativa e di una libertà educativa, il che toglie l’aspetto puramente organizzativo e colloca la scuola come garanzia di libertà e luogo dell’incontro, ogni giorno tra il giovane e l’adulto.
Questo incontro educativo deve restare al centro dell’attenzione sociale e ricevere il riconoscimento della dimensione pubblica. L’educazione richiede una riflessione culturale e politica che giunge ai fondamenti dei rapporti tra scuola, libertà e democrazia.

Segue il discorso tenuto da Franco Anelli (Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) al convegno “Far crescere l’umano...”. Riferendosi a quanto fu espresso da mons. Luigi Giussani all’introduzione de “Il rischio educativo” sottolinea “l’affascinante lavoro di agevolare nei giovani la crescita di tutte le dimensioni e strutture portanti della persona, facendole interagire con la realtà integralmente considerata”. Questo include la dimensione della trascendenza, che apre l’uomo al rapporto con l’infinito e al confronto con tutto ciò che esiste, cioè al nucleo originario dell’esistenza umana.

È inoltre indispensabile stimolare nei giovani la capacità critica di vagliare quanto trasmesso sia dal passato sia dal presente e questo vale in primo luogo per gli educatori, che devono anche riferirsi all’esempio dei propri maestri. L’imprescindibile rapporto con la Chiesa aiuta a ritrovare il senso di verità nelle scienze particolari e a dare un significato al sapere umano. Occorre poi stimolare la creatività per realizzare progetti per “ricostruire il patto educativo globale” (papa Francesco).

Il card. Angelo Scola sostiene un “sistema scolastico autenticamente laico”.
Parte dalla considerazione che “l’esperienza è il cardine della proposta educativa”, perché garantisce lo sviluppo di tutte le dimensioni di un individuo fino alla loro realizzazione compiuta e nello stesso tempo permette la connessione con tutta la realtà, cioè con ogni evento. Così l’educatore, introducendo l’educando in un’esperienza compiuta della realtà, lo conduce progressivamente a cogliere la natura propria, cioè di essere segno del mistero, che per i cristiani è quello del Padre rivelato da Gesù Cristo.

Il processo educativo è un rapporto interpersonale in cui è essenziale che le generazioni adulte si prendano cura delle nuove generazioni, perché l’educazione domanda tradizione. Questa è aperta a tutte le domande sul presente ed è innovativa.
Assicura l’esperienza di paternità e figliolanza: da qui il fattore “autorità”, che ha il compito di “far crescere” in modo che l’educando lo senta come conveniente alla sua persona. D’altra parte, anche l’educando deve impegnarsi personalmente con le proposte, aprendosi alla creatività. Altro aspetto importante è il dialogo tra l’educatore e l’educando, nella libertà, coinvolti nel significato della vita e del mondo.

Scola esprime poi un giudizio negativo sulla scuola “unica” statale, perché propone il “pluralismo nella scuola” e non il “pluralismo delle scuole”. Nella statale infatti c’è un miscuglio delle idee proposte e i contrasti si supereranno solo al termine del percorso, lasciando l’educando in un conflitto reale tra le diverse posizioni in campo.

Nelle scuole cattoliche invece la proposta educativa riconosce all’educando e alle famiglie ( se il soggetto è troppo giovane) di seguire una proposta educativa con una visione di vita che ha alla base i valori irrinunciabili di cittadinanza su cui si basa un Paese e consente un reale sviluppo della persona, aperta al contesto di società plurale e con l’intervento di agenti educativi (TV, Internet, ecc.) ad un confronto tra diverse visioni di vita. Inoltre il principio della sussidiarietà tiene conto della situazione dell’educando, con il contributo di professionisti che lo aiutano a sviluppare un preciso progetto educativo.
Il sempre maggior numero di studenti stranieri con culture diverse rende difficile in una scuola unica trasmettere i propri valori e rispettare quelli della società di partenza.

Scola evidenzia che la libertà di educazione richiede che i due modelli abbiano gli stessi diritti e gli stessi doveri, con parità di condizioni giuridiche ed economiche.

Per questo lo Stato deve garantire l’equità nel diritto all’accesso e alla riuscita e la qualità delle proposte formulate, passando dalla gestione al puro governo del sistema scolastico, garantendo, in base al principio di sussidiarietà, l’accesso di tutti soprattutto all’istruzione gratuita obbligatoria, fornendo alle famiglie i mezzi di informazione e sostegno economico.

Scola conclude che la proposta di un sistema scolastico veramente laico che rende possibile la coesistenza di questi due modelli può divenire occasione preziosa per un lavoro comune nella società plurale, dialogando fra loro, rispettando un codice comune e lasciando che siano mantenute le tradizioni religiose e culturali.

La parità scolastica (e la pista dell’autonomia di cui per ora esiste solo il tracciato),
se portata con coraggio fino in fondo può portare al traguardo di un’autentica libertà di educazione.

Il testo offre spunti utili e importanti per costruire una scuola che educa e fa crescere con la consapevolezza dei diritti-doveri che si devono affrontare per il bene comune.

Angelo Scola- Franco Anelli – Francesco Valenti “Bisogno educativo e compito della scuola” – Itaca – euro 6.00

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