Percorso accorciato a causa di un temporale in quota, ma grande entusiasmo per un appuntamento ormai diventato tradizionale.
In 800 hanno preso il via questo pomeriggio dall'oratorio del Caleotto a Lecco per cimentarsi con l’edizione 2016 della Runvinata. La skyrace che si sviluppa intorno al santuario Madonna della Rovinata e sul monte Magnodeno anche quest'anno ha proposto tre differenti percorsi, adatti sia ai corridori più esperti, sia alle tante famiglie che hanno deciso di partecipare. Si sono così svolte tre gare: da 4,7 chilometri, da 7,5 chilometri e da 13,5 chilometri, quest'ultimo, accorciato evitando il passaggio in vetta al Magnodeno causa maltempo.
A vincere il percorso più impegnativo é stato il falco Carlo Ratti mentre al femminile si è imposta Sarà Rapezzi. Nel percorso sulla media distanza invece vittoria per il sedicenne Andrea Rota dell'Osa Valmadrera, a Sara Invernizzi il primo posto in rosa.
A caricare ancora di più tutti i partecipanti c'è stata una motivazione speciale: l’edizione 2016 della Runvinata si veste di solidarietà. Il pacco-gara, ovvero il kit di benvenuto che viene tradizionalmente consegnato a ogni corridore al momento dell’iscrizione e del ritiro del pettorale, è stato ripensato per abbinare lo sforzo fisico di ciascun partecipante ad alcuni progetti concreti di sostegno e aiuto a situazioni di difficoltà.
Una parte dell’iscrizione sarà indirizzata a due progetti segnalati da missionari della Comunità Pastorale: Padre Renato Kizito Sesana, missionario in Kenya, e Padre Remo Rota, missionario nella Repubblica Democratica del Congo.
In particolare, il primo progetto è rivolto al Kenya, più precisamente al Diakonia Institute, con l’obiettivo di sostenere delle borse di studio per corsi di specializzazione professionale: un intervento concreto a favore delle ragazze e dei ragazzi che hanno necessità di un aiuto per entrare nel mondo del lavoro. Per conoscere le potenzialità del secondo progetto occorre invece guardare alla Repubblica Democratica del Congo, precisamente a Kikwit, dove è stato individuato un intervento dedicato a due orfanotrofi, gestito da due suore congolesi.