Lecco, 14 novembre 2012   |  

Nel lecchese crescono di numero solo le imprese non europee

Nel terzo trimestre del 2012 le attività gestite da cittadini extracomunitari, residenti in Italia e con regolare permesso sono aumentate dell'1,6 per centro, contro lo 0,2 complessivo. Analogo trend si registra sia a livello nazionale che lombardo.

Le imprese straniere nel lecchese crescono otto volte più di quelle Italiane: il trend che si conferma sia a livello lombardo che nazionale vede infatti le aziende costituite da cittadini extraeuropei, residenti in Italia, con regolare permesso di soggiono aumentare di numero molto più radipamente.

I dati relativi al terzo trimestre del 2012 infatti mostrano come nella nostra provincia siano state aperte 20 nuove attività da cittadini extraeuropei portando il totale  della categoria a 1244 unità, con un aumento del 1,6 per cento rispetto a Giugno 2012. Nello stesso periodo il numero totale delle imprese e partita Iva lecchesi è cresciuto solo dello 0,2 per cento portando il computo complessivo a 27.324, di cui il 4,6 per cento detenuto da cittadini non europei.

Analoghi i dati a livello lombardo dove le imprese di matrice extracomunitaria sono aumentate del 1,4 per cento nel terzo trimestre dell'anno in corso contro una crescita dello 0,3 per cento del numero totale di attività. Nella nostra Regione su un totale di 953.144 imprese il 7,6 per cento , ovvero 72770, è gestita da cittadini non europei.

Infine a livello nazionale i cittadini extracomunitari gestiscono 363.948 imprese, ovvero il 6 per cento delle oltre 6 milioni di aziende e partite Iva nazionali. I tassi di crescita nell'ultimo trimestre a livello italiano confermano l'aumento del 1,4 per cento per le aziende gestite da cittadini non europei e del 0,2 per cento per il numero complessivo.

Secondo uno studio condotto dal Ministero del Lavoro, nell'ambito dell'iniziativa "Start it up. Nuove imprese di cittadini stranieri", l’identikit dell’aspirante imprenditore immigrato corrisponderebbe a persone prevalentemente giovani e di istruzione elevata, equamente distribuite tra entrambi i generi e nella maggior parte dei casi provenienti dall’Africa o dall’America latina. Meno frequenti i partecipanti provenienti dall’Europa non UE e dall’Asia.

Il Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Cecilia Guerra sottolinea che “il forte incremento dell’imprenditoria straniera degli ultimi anni ha evidenziato la diffusa capacità dei migranti di essere attori economici autonomi che, per quanto indotta da fattori complessi, va pienamente riconosciuta e valorizzata. Bisogna essere consapevoli che la partecipazione al mercato del lavoro rappresenta uno dei mezzi più efficaci e concreti per integrarsi in una società e nella convinzione che anche i migranti possono apportare un contributo fattivo, oggi e in futuro, allo sviluppo del sistema produttivo nazionale”.