In Basilica festeggiati anche i 40 anni di sacerdozio di mons. Franco Carnevali.
“Chiesa di Dio popolo in festa”: questo il canto iniziale che ha accolto all'altare mons. Luigi Stucchi e mons. Franco Carnevali per i rispetti 50 e 40 anni di ordinazione sacerdotale. Grande festa questa mattina nella basilica di San Nicolò a Lecco, nella domenica del Corpus Domini, per i due importanti anniversari.
La celebrazione ha visto la partecipazione anche di mons. Franco Cecchin, don Filippo Dotti e il diacono Armando Comini ed è stata accompaganta dalla corale della basilica.
«Sono contento di essere qui con mons. Carnevali perché quando da prete novello celebrò in questa basilica la sua prima messa io ero accanto a lui. Noi cristiani siamo tali grazie a una memoria che attraversa i secoli e i milenni generando speranza, assaporanto certezze profonde, superando debolezze per edificare la civiltà dell'amore, obbedendo al comandamento “Fate questo in memoria di me”», ha spiegato il vescovo ausiliare.
Durante l'omelia mons. Stucchi ha così ripercorso quegli anni di sacerdozio trascorsi a Lecco: «Quando l'arcivescovo cardinale Giovanni Colombo mi mandò da Valmadrera a Lecco, per affidarmi il settimanale Il Resegone, mi chiese di fare un giornale cattolico e popolare, radicato tra gente e ben illuminato e illuminante sulle delicate e complesse situazioni di vita. Il prevosto mons. Assi mi disse di non far mai uscire un numero del settimanale senza l'articolo di fondo del direttore ma semmai di aggiungere ulteriori articoli e corsivi. Ho così cercato di entrare in un dialogo-confronto spesso vivace anche nelle questioni più problematiche».
«Mi premeva la famiglia con le sue fragilità, il lavoro e la casa, la vita e il suo significato, la giustizia tra le diverse e spesso opposte componenti della società, la libertà di educazione e formazione, la speranza a volte difficile da trasmettere, la saldezza delle istituzioni civili dentro la storia di un popolo dentro una città che cambia. Mons. Busti al mio 40esimo di ordinazione disse che avevo diretto un giornale e avevo diretto le anime», ha aggiunto ancora mons. Stucchi approposito della sua esperienza di direttore de Il Resegone.
Un'esperienza, quella di direttore, che non lo ha allontanato dalla gente e dal suo ruolo da sacerdote: «uno dei tratti più belli e quotidiani del mio percorso in mezzo a voi e con voi è stato nel passare da casa alla basilica per confessare e poi per passere all'altare per celebrare. L'esercizio quotidiano del ministero del perdono fu per mia mamma motivo di tranquillità e serenità anche nel tempo della malattia, fino al giorno in cui le campane di questa basilica segnarono il suo passaggio al Paradiso».