Milano, 18 novembre 2012   |  

Le province lombarde chiedono elezione diretta e rivalutazione dei confini

Pubblichiamo il documento approvato ieri dall'assemblea degli enti provinciali della nostra regione che dovrebbe essere presentato, alla presenza dei parlamentari lecchesi, nel prossimo Consiglio provinciale.

Nella giornata di ieri i rappresentanti dell'Unione delle Province lombarde hanno incontrato i parlamentari lombardi per condividere con loro un documento, articolato in sei punti, in cui sono elecate le modifiche da apportare al decreto legge sul riordino delle Province.

Analoga iniziativa verrà presa dall'unione delle Province piemontesi e venetere che come quelle lombarde hanno deciso di uscire dell'Upi (unione province italiane).

Il documento dovrebbe essere presentato nel corso della seduta del Consiglio provinciale del 28 Novembre a cui potrebbero essere invitati i tre parlmentari lecchesi, Lucia Codurelli, Antonio Rusconi e Raffaello Vignali, per una dichiarazione ufficiale di voto in materia di riordino delle Province.

Segue il testo del documento approvato dall'Unione province lombarde:

1) introdurre una norma semplice e chiara, al posto di quella attuale pasticciata e cambiata più volte in pochi mesi, per l'elezione diretta da parte dei cittadini, dei Presidenti e dei Consigli delle Province. Questo deve valere anche per la città metropolitana di Milano che, per la sua particolare condizione economico-sociale dimostrata anche dall'unanime consenso politico registrato sul punto, necessita di una disciplina comunque speciale che consenta l'elezione a suffragio universale e diretto dei suoi amministratori, non scelti tra i Sindaci e i Consiglieri comunali, ma tra personalità esterne ai Comuni, che sappiano guidare l'area più importante del nostro Paese, con indipendenza ed autorevolezza;

2) sollecitare il Governo a ridurre i tagli alle risorse, insostenibili per le Province lombarde che, pur virtuose, sono inoltre penalizzate nella spesa media pro-capite; in caso contrario, come già evidenziato ai titolari degli uffici giudiziari, civili, contabili e penali, non si potrà attribuire alcuna responsabilità ai Presidenti delle Province lombarde, in quanto legali rappresentanti degli Enti, per eventuali dissesti;

3) ripristinare la durata dei mandati in corso, democraticamente sanciti dal voto popolare. La Corte Costituzionale ha sentenziato che la durata degli organi elettivi locali, fissata dalla legge, non è liberamente disponibile nei casi concreti e le ipotesi eccezionali di abbreviazione del mandato elettivo devono essere preventivamente stabilite in via generale dal legislatore e sono individuate, nell’141 del Testo Unico degli enti locali, in atti contrari alla Costituzione, gravi e persistenti violazioni di legge, gravi motivi di ordine pubblico, impossibilità ad assicurare il normale funzionamento di organi e servizi;

4) eliminare la prevista soppressione delle Giunte dal 1° gennaio 2013, illogica e illegittima (come ha più volte sentenziato la stessa Corte Costituzionale), oltre a rendere difficoltosa e problematica l’operatività dell’Ente;

5) eliminare la previsione del trasferimento delle funzioni dalle Province ai Comuni da parte delle Regioni;

6) valutare attentamente i confini geografici delle nuove Province, evitando di costruire mostri istituzionali.