Fabio Stoppani rende note le inedite missive scambiate con l'Imperatore del Brasile che contribuirà al monumento dedicato all'autore dei Promessi Sposi.
La statua del Manzoni durante il recente restauro
Gentile Direttore Comuzzi,
venerdì 14 ottobre, dopo avere assistito alla Torre Viscontea in Lecco all’avvio del mese manzoniano, rimettendo a posto le carte, ho trovato la trascrizione da me fatta di due lettere, di Alessandro Manzoni e dell’Abate Stoppani, a Don Pedro II d'Alcântara, Imperatore del Brasile. Questi, ammiratore e traduttore in portoghese di Dante e di Manzoni, diede un contributo sostanzioso alla realizzazione del monumento a Manzoni in Lecco, avviata a fine 1884 dell'Abate Stoppani.
Ho anche la trascrizione della lettera della Legazione Brasiliana di Roma che comunica al Presidente Stoppani essere a disposizione del Comitato la somma erogata dall'Imperatore. Questa e la lettera di risposta dell’Abate Stoppani sono due inediti che i lettori della Vostra testata sicuramente apprezzeranno, soprattutto in questo 125º anniversario del Monumento a Manzoni in Lecco. Sono ancora quindi a chiederLe ospitalità. Grazie per le tante cortesie e cordiali saluti.
Fabio Stoppani
Centro Studi Abate Stoppani
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Le lettere di Alessandro Manzoni e dell’Abate Stoppani (inedita) a Don Pedro II d’Alcântara, Imperatore del Brasile
Come ricorderà il lettore attento alle memorie della città, il 6 ottobre scorso, sulle colonne di questa ospitale testata, avevamo narrato come l’Abate Stoppani, alla fine del 1884, avesse operato perché si formasse il Comitato Promotore per il Monumento a Manzoni in Lecco e avesse lanciato una vasta campagna di promozione in Italia e all’estero per raccogliere i fondi necessari all’impresa.
Tra i primi che risposero all’appello (furono oltre 3.000 i sottoscrittori) vi fu Don Pedro II d’Alcântara, Imperatore del Brasile, che donò per il Monumento 500 Lire (circa 20.000 degli Euro di oggi).
La sottoscrizione dell’Imperatore del Brasile, oltre che per la somma in sé, fu importante perché diede all’iniziativa dell’Abate Stoppani e della città di Lecco una dimensione internazionale e fece comprendere – anche ai più distratti – l’importanza culturale dell’iniziativa intitolata ad Alessandro Manzoni.
A seguito della pubblicità che molti quotidiani diedero a questa sottoscrizione (l’Abate Stoppani fu molto attivo in questa direzione), molti nobili italiani si sentirono spinti a non essere da meno di uno straniero nell’onorare la memoria di Manzoni e diedero il loro contributo, seguendo l’incitazione che Stoppani aveva rivolto alla nazione il 10 febbraio 1885 con il manifesto per la raccolta fondi: “Né il ricco reputi troppo generoso il suo oro, né il povero troppo meschino il suo soldo!”.
Don Pedro II d’Alcântara (nato nel 1825 e Imperatore del Brasile dal 1841 al 1889) oltre che governante stimato per l’onestà e la lotta contro lo schiavismo, fu capofila di un gruppo d’intellettuali, riuniti intorno all’Istituto storico e geografico del Brasile, impegnati nella costruzione e affermazione dell’identità nazionale. Ebbe una spiccata simpatia per l’Italia e la nostra cultura (sua moglie era la principessa napoletana Teresa Cristina di Borbone).
Della Divina Commedia di Dante tradusse in portoghese due Canti: Inferno V, in cui si narra la vicenda d’amore di Francesca da Rimini e Inferno XXXIII, dove si narra la fine del Conte Ugolino.
Di Manzoni tradusse l’Ode «Il cinque Maggio» scritta nel 1821, in occasione della morte di Napoleone – “Cinco de maio, ode heróica à morte de Napoleão”.
Il giovane Don Pedro, nel 1851, aveva scritto a Manzoni chiedendogli una sua composizione autografa. Manzoni, che vedeva con simpatia il liberale Imperatore della nazione sud-americana (appena uscito vittorioso da un conflitto con l’Argentina di Juan Manuel de Rosas), gli mandò, scritta di proprio pugno, l’Ode «Il Cinque Maggio», appunto, con la lettera che qui riportiamo.
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Lettera di Alessandro Manzoni a Don Pedro II d’Alcântara, Imperatore del Brasile
A Don Pedro II, Imperatore del Brasile
Milano, 18 maggio 1852
Nell’ubbidire all’inaspettata e troppo onorevole richiesta, che gli viene così da alto, temerebbe il sottoscritto di cedere a una soddisfazione della sua povera vanità, se non si sentisse predominare nell’animo una più nobile consolazione, quella cioè di vedersi aperto l’adito e, in certa maniera concessa la facoltà d’offrire le sue vivissime congratulazioni alla Persona a cui il Signore volle dare un potere così essenziale e così felice in una santa e veramente gloriosa vittoria, e d’esprimere insieme il lieto augurio, che Codesta medesima Augusta Persona sia destinata all’impresa, ancora più gloriosa, di far cessare la schiavitù in un vastissimo territorio. Impresa difficile e lunga, ma che non è vano sperare dal potere unito a una ferma e prudente volontà del bene e da una giovinezza già illustre e benedetta dal cielo.
Alessandro Manzoni
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Da allora e fino alla morte di Manzoni, tra l’Imperatore del Brasile e il nostro “quasi concittadino” (l’espressione è dell’Abate Stoppani) si svolse una costante corrispondenza molto amichevole su temi letterari e sulla traduzione che l’Imperatore stendeva in portoghese de “Il Cinque Maggio”.
I due letterati si conobbero anche di persona. Nell’ottobre 1871 Don Pedro II d’Alcântara, in visita di Stato in Italia, si recò a Brusuglio a incontrare il nostro poeta e nel novembre gli spedì la versione stampata della traduzione de “Il Cinque Maggio”.
Nulla di strano quindi che al Comitato del Monumento a Manzoni in Lecco, giungesse a fine aprile del 1885 la lettera inedita (Archivio Comune di Lecco) che riproduciamo (nostra traduzione dal francese):
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Legazione Imperiale del Brasile in Italia
Roma, 29 aprile 1885.
Al Signor Professore Antonio Stoppani, Presidente del Comitato.
Signor Presidente,
Sono incaricato da Sua Maestà l’Imperatore, nostro Augusto Sovrano, di consegnare nelle Sue mani la somma di cinquecento Lire (L. 500) per il Monumento che deve essere eretto ad Alessandro Manzoni, nella città di Lecco.
La suddetta somma si trova a disposizione del Comitato presso questa Legazione.
Vogliate accogliere, Signor Presidente, le espressioni dei nostri migliori sentimenti.
Ministro G. Callado.
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Lettera dell’Abate Stoppani a Don Pedro II d’Alcântara, Imperatore del Brasile.
[A rispondere al generoso sottoscrittore fu l’Abate Antonio Stoppani con la lettera inedita che di seguito riportiamo (Archivio Comune di Lecco). Carta intestata del Comitato per l’erezione di un Monumento ad Alessandro Manzoni in Lecco]. Protocollo n. 328
Lecco, 8 Maggio 1885
Maestà!
Mi è sommamente grato l’incarico ricevuto, come Presidente del Comitato per l’erezione d’un Monumento ad Alessandro Manzoni nella Città di Lecco, di ringraziare la Maestà Vostra dell’averci, con sovrana munificenza, permesso di inscrivere nell’Album dei sottoscrittori, un nome tanto glorioso e tanto caro all’Italia, come quello di Don Pedro d’Alcântara.
Mentre però vado superbo di tanto onore, non posso non sentirmi profondamente umiliato dal non trovar parole adeguate ad esprimere la riconoscenza, la gioia, l’ammirazione e tutto quel complesso di vivissime emozioni, con cui il Comitato e la Cittadinanza di Lecco accolse la inaspettata novella. Sapevamo benissimo, come a tutti è noto in Italia, di qual vincolo di antica simpatia e d’affetto la Maestà Vostra è legata al Bel Paese; sapevamo che Le è sacro il culto dei nostri grandi, e in venerazione specialissima quel Sommo di cui la Maestà Vostra fe’ udire, tradotti nel patrio idioma, gli altissimi canti.
Ma ciò che ci ha veramente sorpresi ed in modo singolare edificati, fu la spontaneità con cui la Maestà Vostra appena informata delle onoranze che si preparavano nella Sua quasi nativa città, volle prevenire l’istanza speciale, che il Comitato non avrebbe mancato d’inviarLe, mandando, tutto di motu proprio, la Sua generosissima offerta.
Di ciò il Comitato e la Città di Lecco manterranno verso la Maestà Vostra perenne memoria e riconoscenza, di cui La preghiamo a voler gradire come sincera, benché inadeguata e disadorna, l’espressione in questa mia lettera che io chiudo coll’animo ammirato e commosso, lieto del pari che altero di potermi rassegnare della Maestà Vostra, sempre e comunque devotissimo.
Antonio Stoppani
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È bella quella parte della lettera dell’Abate in cui dice che la cittadinanza di Lecco manterrà “perenne memoria” della dimostrazione di stima da parte dell’Imperatore del Brasile per il poeta Manzoni.
Ne saranno certo felici le Autorità brasiliane in Italia e le nostre Autorità attive in Brasile, quando trasmetteremo loro queste nostre note.
Saranno forse meno contenti quando sapranno che da un anno, nonostante ripetuti nostri solleciti, il Comune di Lecco continua a mantenere sul proprio sito documenti ufficiali in cui dice a chiare lettere che Don Pedro d’Alcântara fu “Imperatore del Messico”. Sì, avete letto bene, “del Messico”.
Se qualche lettore ritiene inverosimile una simile realtà, può trovare il documento in questione (160516_restauro_manzoni_nota.pdf) del Comune a questo indirizzo:
http://www.comune.lecco.it/index.php/area-stampa/materiale-conferenze/2402-il-monumento-nazionale-ad-alessandro-manzoni
Il lettore, attento alla dignità culturale della propria città, potrebbe a sua volta rivolgere a tutte le Autorità comunali e a tutti i Consiglieri la domanda che noi ripetiamo da un anno, senza avere risposta: «Perché il Comune continua a lasciare sul proprio sito documenti falsificanti e con errori grossolani sul Monumento a Manzoni in Lecco?»
Fabio Stoppani – Presidente
Centro Studi Abate Stoppani