Lecco, 14 ottobre 2012   |  

Il coraggio del cristiano secondo Ventorino e Pera

Ieri sera, presso la Sala Ticozzi di Lecco, è stato presentato il libro "Luigi Giussani. La virtù della fede." L'autore del libro e l'ex senatore hanno riflettuto sul Cristianesimo ai nostri giorni.

Pera Ventorino 2th

Ieri sera, 13 Ottobre, don Francesco Ventorino, professore emerito di Ontologia e di Etica presso lo Studio Teologico "S.Paolo" di Catania e Marcello Pera, professore di Filosofia della Scienza all'Università degli Studi di Pisa ed ex Presidente del Senato italiano, hanno presentato presso la Sala Ticozzi di Lecco, il libro "Luigi Giussani. La virtù della fede", scritto da Venturini ed edito da Marietti.

«Già cinquant'anni fa – racconta l'autore – ci accorgevamo che la fede non era più un presupposto della società. Noi giovani sacerdoti non eravamo stati formati per la missione, per la proposta di Cristo in un mondo già secolarizzato. L'incontro di allora con Don Giussani mi ha fatto capire che il suo era l'unico modo per parlare di Cristo all'uomo di oggi. Mostrare, cioè, che il cristianesimo, l'incontro con Cristo, è l'unica proposta che corrisponde pienamente ai desideri del cuore dell'uomo, nella loro interezza: solo in “Gesù Cristo... trova compimento ogni travaglio ed anelito del cuore umano.” (Porta fidei, 13)».

Il Senatore Marcello Pera ha ammesso che la lettura e la meditazione di molti scritti di don Giussani ha influito sui suoi cambiamenti intellettuali. Secondo Pera, tre sono i rischi principali che derivano da quella che papa Benedetto XVI ha definito «desertificazione spirituale» del mondo e dell'occidente.

«Il primo – ha detto Pera – è la trasformazione del cristianesimo in semplice cultura, con la perdita della dimensione spirituale della salvezza. Il secondo rischio e diretta conseguenza del primo è il diventare una cultura tra le tante. Ne segue, terzo, che quale cultura tra le tante, il cristianesimo perde il suo valore di Verità

 

E che cosa è la Verità? Secondo il senatore, la «Verità è la dimensione spirituale dell'incontro con Chi dà senso alla propria vita, incontro con Chi mi vuole incontrare per primo, perché sa che io ne ho bisogno, perché sono a disagio.»

E poi? Come comportarsi dopo? L'incontro con Cristo non può restare un fatto personale, ma deve sfociare nell'«impegno a testimoniare. Non basta dire: “io credo, io lo prego, io l'ho incontrato”, ma si deve unire a questo “io lo attuo, io lo metto in pratica, io credo alla mia testimonianza”.»

Marcello Pera ha concluso il suo intervento esprimendo preoccupazione e speranza, perché «in questo periodo di decadenza si parla con leggerezza assoluta di temi importantissimi e difficilissimi come vita, aborto e matrimonio, come se non toccassero il cuore dell'uomo e la nostra civiltà plasmata dal cristianesimo, ma, allo stesso tempo, c'è grande attenzione al tema della fede. Il nostro compito è “fertilizzare il deserto”.»

Il compito, come si può ben capire, non è per nulla semplice, e «occorrerà molto, molto, molto più coraggio da parte di quelli che hanno avuto la fortuna e il dono dell'incontro con Cristo e della fede.»