Lecco, 22 giugno 2016   |  

Find Your Doctor: un ponte "made in Lecco" tra ricercatori e impresa

Il primo portale nazionale di job matching intelligente pensato specificatamente per far emergere il valore dei profili di ricerca in un contesto d’impresa.

Eva Ratti Api Tech

Eva Ratti

Offrire ai dottori di ricerca nuove prospettive di carriera e favorire al contempo la spinta innovativa delle imprese. Questo il duplice obiettivo della neonata iniziativa Find Your Doctor (a breve startup innovativa a vocazione sociale), concepita in risposta a due principali  problematiche: la difficile transizione dei dottori di ricerca fuori dall’accademia (resa necessaria dall’impossibilità per le università di assorbire tutte le risorse che forma) e la difficoltà delle imprese, soprattutto PMI, nel fare innovazione.

Internazionalizzazione e innovazione sono infatti le sfide che il mondo imprenditoriale è oggi chiamato a raccogliere, così che mai come ora si è sentito il bisogno di un accesso agevole al sapere e al saper fare del mondo della ricerca. Tuttavia, il tentativo di mettere in contatto le  strutture dell'università e dell'industria incorre spesso nella difficoltà di allineare obiettivi e metodi tra realtà che hanno una scala spesso molto diversa.

Find Your Doctor vuole provare a porre rimedio a questa contraddittoria situazione, con un servizio dedicato di matching fra i due mondi ideato dalla ricercatrice Eva Ratti, 33 anni, originaria della provincia di Lecco e rientrata dall’Olanda dopo aver conseguito il dottorato in astrofisica. A credere nell’idea e a concretizzarla il consorzio no-profit C2T, che si occupa di trasferimento tecnologico e che ha sede operativa a Carate.

«Guardando direttamente agli individui, ai singoli ricercatori, che della conoscenza dell’accademia sono i depositari - spiega la dottoressa Ratti - si scopre un ampio spazio di convergenza: così come l’industria può avvantaggiarsi del potenziale innovativo dei ricercatori, questi ultimi necessitano di scoprire nuovi stimoli e direzioni professionali al di fuori dei tradizionali percorsi accademici, poiché l’università non è più in grado di offrire a tutti coloro che forma prospettive realistiche d’impiego.»

Da una parte dunque le imprese con problemi da risolvere, idee da sviluppare o che cercano personale altamente qualificato, dall’altra un database a cui al momento sono iscritti oltre 700 ricercatori italiani. Questi profili, ad alto valore aggiunto sono in genere indicati per ruoli di gestione, analisi e responsabilità, oltre che per posizioni di ricerca e sviluppo. Rispetto a un laureato, un ricercatore risponde infatti a esigenze diverse. Si tratta di figure che in breve tempo acquisiscono capacità di sviluppo di progetti, gestione dei tempi e delle collaborazioni, spesso anche in un ambiente internazionale. Sono formate nell'imparare velocemente, nel trovare risorse e soluzioni e nel non temere ciò che è nuovo.

«La nostra iniziativa ha anche una forte vocazione sociale. - spiega Gualtiero Cortellini, 34 anni, direttore generale - Favorendo la mobilità e l’inserimento di una figura professionale un po’ “bistrattata”, vogliamo favorire la crescita in generale del sistema Paese, integrando il patrimonio di esperienza delle nostre imprese con la visione innovativa dei giovani che formiamo e che spesso poi vediamo fuggire all’estero. Se vogliamo, è anche un modo per far fruttare finalmente l’investimento che l’Italia fa in educazione superiore, e di cui poi beneficiano altri.»

Approfondendo il lato pratico, Find Your Doctor offre alle aziende in primis un servizio di job matching per posizioni di consulenza o permanenti, specializzato in profili professionali provenienti esclusivamente dal mondo della ricerca, e inoltre un servizio di “sportello” una tantum che offre la possibilità di sottoporre un problema o idea a un team di ricercatori, che in poche settimane restituiranno in un report le proprie osservazioni e proposte di soluzione.

Il sito è gestito da un team che include personale con dottorato di ricerca (PhD in contesto internazionale), in grado di comprendere sia le esigenze delle imprese che l'esperienza accademica e di rendere le competenze dei ricercatori più accessibili e apprezzabili per il mondo imprenditoriale. «Come per molte altre professioni - continua Eva Ratti - è difficile avere una percezione realistica delle competenze di un ricercatore senza conoscere l'attività che svolge: interpretarne i curricula può dunque essere difficile non solo per i datori di lavoro, ma anche per i recruiters, che spesso non si dedicano a questo target non vedendone per primi la spendibilità.»