Esino Lario, 28 aprile 2015   |  

Esino Lario: nuovi lavori socialmente utili per i rifugiati ospiti della Montanina

Tra lunedì 20 aprile e il venerdì successivo ogni mattina da dodici a quattordici profughi sotto la direzione di Valter Dell’Era hanno lavorato per rimettere a nuovo le panchine del paese.

lavoro panchine migranti esino

Con l’arrivo della primavera e le belle giornate della settimana scorsa ai 41 rifugiati ospiti da circa 10 mesi della Montanina di Esino Lario è stata offerta l’occasione di un lavoro un po’ diverso da quello dello spazzare strade o sgombrarle dalla neve a cui molti di loro si erano ormai abituati nel corso dello scorso inverno.

Tra lunedì 20 aprile e il venerdì successivo ogni mattina da dodici a quattordici profughi sotto la direzione di Valter Dell’Era hanno lavorato per togliere la vecchia pittura a forza di ‘olio di gomito’ e carta vetrata dalle panchine posizionate lungo il viale della Via Crucis e nei parchi vicini, il Parco Vedani e quello sopra la chiesa di san Vittore. Dopo di che alcuni altri sono passati a dare una mano e poi un’altra della vernice messa a disposizione dal Comune.

"Chini al di sopra delle panchine o distesi su cartoni al di sotto delle stesse avranno avuto tanto tempo, durante un’operazione che certo non è breve, di ricordare le odissee dei loro percorsi, i rischi scampati e di meditare … forse sul loro avvenire - spiegano i responsabili dell'albergo la Montanina - Ora le panchine fanno bella vista con il loro colore smagliante e, certamente gli esinesi e i villeggianti che fra qualche mese arriveranno sapranno apprezzare l'impegno non indifferente di persone che spesso, secondo stereotipi difficili da superare, sono considerati sfaticati che vivono sulle nostre spalle; questo grazie a chi con pazienza e buona volontà si mette a disposizione ad accompagnarli e a guidarli nel lavoro, affrontando la difficoltà di intendersi con altre lingue e culture. E la soddisfazione c'è anche in loro, contenti di essere stati utili, desiderosi di mostrare le proprie capacità e anche solo di spezzare la monotonia e la lunghezza dell'attesa".

La grande attesa di ciascuno di questi ragazzi è per l'esito dell'iter di riconoscimento dello status di rifugiato che gli permetterebbe di muovere liberamente. Purtroppo, spiega Pia Airoldi responsabile volontaria "i tempi si fanno sempre più lunghi e di un soggiorno che si pensava dovesse essere contenuto in qualche mese non si vede vicina la fine: tempi segnati da numerosi passaggi alla questura di Lecco per il rinnovo trimestrale del permesso di soggiorno, dall'audizione alla Commissione Territoriale di Milano che in base ai criteri della Convenzione di Ginevra spesso non riconosce le motivazioni per cui hanno lasciato il paese di origine (povertà, conflitti del paese, storie tragiche di violenze subite) e allora i tempi si dilatano per i ricorsi e le udienze al Tribunale di Milano. Questi documenti permetterebbero loro di andare a cercare un lavoro e costruirsi un futuro dignitoso".

"Tutti i nostri ospiti - raccontano ancora i volontari di Esino - sono passati dalla Libia dove molti di loro avevano trovato lavoro, ma le brutalità e i maltrattamenti subiti in questo paese li hanno poi costretti ad affrontare un viaggio pieno di pericoli e di incognite e a ritrovarsi in una situazione di attesa che genera insofferenze e tensioni senza che si intravveda una conclusione ragionevolmente vicina a tante loro storie di miserie, soprusi, separazioni. Ben vengano quindi altre giornate di lavoro volontario a vantaggio dalla comunità con il sorriso di chi passando ne apprezza e ne gratifica l’impegno".